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Termovalorizzatore, cambiato il decreto

📅 venerdì 26 novembre 2010 · 📰 PoliticaSalerno

caldoro e cirielli
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La nomina dei commissari per la realizzazione dei termovalorizzatori, l’assenza di alternative alle discariche cancellate e di provvedimenti che consentano di avere effetti positivi immediati sulla situazione a Napoli, l’impossibilitá di attribuite le funzioni di sottosegretario senza la dichiarazione dello stato di emergenza: dopo averlo atteso sei giorni, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ferma il decreto sui rifiuti del governo, chiedendo una serie di chiarimenti che riguardano sia la parte operativa del provvedimento sia quella politica. Chiarimenti a cui palazzo Chigi ha risposto in serata, in particolare sui poteri attribuiti a Regione e Provincia per la nomina dei commissari.

• I rilievi sollevati dal Quirinale sarebbero quattro, anche se è sul comma 3 dell’articolo 1 che si sarebbero incentrati i principali dubbi di Napolitano. Il testo entrato in Consiglio dei ministri prevedeva che la scelta doveva esser fatta dal ministro dell’Ambiente d’intesa con il presidente della Regione, mentre nella versione inviata al Colle è Caldoro a nominare i commissari, "in raccordo con le Province’’ e "ferme le procedure giá in essere". Formula di equilibrio per mediare tra la posizione del ministro Carfagna da una parte e quelle del coordinatore campano Cosentino (e del presidente della Provincia di Salerno, Cirielli) dall’altra. Ma proprio su quel "raccordo’’ tra Regione e Provincia sarebbero sorti i dubbi del Colle, non convinto della formulazione giuridica della norma. Così come non convincerebbe l’attribuzione delle funzioni di sottosegretario ai commissari, senza la dichiarazioni dello stato d’emergenza. Alla fine Palazzo Chigi ha riscritto l’articolo, modificando la parte in cui era scritto in "raccordo con le province’’ in "sentite le province’’, che darebbe più spazi a Caldoro andando incontro alle istanze di Mara Carfagna.


• Il Quirinale avrebbe poi chiesto chiarimenti anche su altri due punti del decreto. La cancellazione dalla legge 123 delle discariche di Cava Vitiello a Terzigno, Valle della Masseria a Serre e Andretta in provincia di Avellino non sarebbe stata compensata con "alternative idonee’’. E infatti il decreto non indica siti alternativi. Inoltre il testo inviato al Quirinale proroga fino al 31 dicembre 2011 la possibilitá per i comuni di gestire "le attivitá di raccolta, spazzamento e di trasporto rifiuti’’ che per legge dovrebbero passare alle province dalla fine dell’anno. Secondo gli uffici legali del Quirinale la norma, così formulata, danneggerebbe la provincia di Napoli. L’ultimo chiarimento riguarderebbe un aspetto più strettamente legato ai requisiti di "necessitá e urgenza’’ che devono essere propri di ogni decreto legge: il testo, secondo il Quirinale, non prevederebbe interventi che consentirebbero effetti positivi immediati sulla situazione napoletana.

• Con le risposte inviate da palazzo Chigi al Quirinale, il decreto è stato di fatto riscritto per la terza volta. E dal consiglio dei ministri del 18 novembre era giá uscito un testo che aveva subito sostanziali modifiche rispetto al provvedimento entrato. Ad esempio sulla posizione del personale non stabilizzato dei Consorzi di bacino: la bozza prevedeva la stabilizzazione dei precari, circa 600 persone, mentre la versione inviata al Quirinale prevede solo ammortizzatori sociali e fino al dicembre 2011, come voluto dal ministro dell’Economia Tremonti. Nel testo era stato inserito un altro comma che non c’era nella bozza: è quello per smaltire i rifiuti napoletani nelle altre regioni, che sará possibile solo con un accordo e senza nuovi oneri a carico dello Stato. Secondo fonti di maggioranza, Napolitano avrebbe sollevato dubbi anche su questo, perché non è chiaro con quali fondi sarebbero compensate le regioni che accoglieranno i rifiuti.

Fonte: lacittadisalerno.gelocal.it

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