Castellabate: Ambinetalisti contrari a sanatoria Hotel San Marco
Le Associazioni ambientaliste Italia Nostra, Legambiente, VAS(Verdi Ambiente e SocietĂ ) Onlus e WWF rappresentate rispettivamente da Raffaella Di Leo(Presidente regionale), Michele Buonuomo(Presidente regionale), Walter Iannotti(Responsabile Campagne nazionali) e Alessandro Scovotto(Presidente salernitano) si sono unite insieme per ribadire l'importanza della tutela del paesaggio e nel valore sia culturale che ambientale della costa cilentana.
Un anno fa - ricordano gli ambientalisti - la stampa aveva dato un ampio e giusto risalto al sequestro dell'intera struttura alberghiera denominata "Mareluna" disposto dalla Procura di Vallo della Lucania ed effettuato a seguito di un'operazione congiunta della Sezione Navale della Guardia di Finanza e della Soprintendenza BAPPSAE di Salerno.
La realizzazione di questo albergo a quattro stelle, composto da ben quattro edifici, un ristorante e un centro congressuale, aveva profondamente colpito negativamente l'opinione pubblica. Il costruito occupa un fondo di contenute dimensioni prossimo al mare e sopra ad un costone tufaceo che da sempre caratterizza la costa di S. Marco di Castellabate. Svettano così i tre piani colorati dell'hotel "Mareluna", collocati praticamente su una parte di quella che era una vera e propria base militare o scalo di approvvigionamento per la flotta imperiale nel I e II secolo D.C., mentre la terrazza con vista sul mare poggia sull'antica rada del porto di età romana nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, a due passi da Punta Licosa.
Come aveva potuto l'Amministrazione Comunale di Castellabate - si chiedono gli ambientalisti - consentire un simile scempio, definito da molti un "eco - mostro", tenuto conto che la Soprintendenza giĂ nel 2001 aveva respinto il progetto assentito dal Comune?
Ma la tracotanza non ha limite e la realizzazione del Complesso turistico non solo è andata avanti, ma è stato effettuata con molteplici difformità che hanno reso la costruzione ancora più grande ed ingombrante saturando con il costruito il lotto. La struttura che ne è scaturita è fortemente invasiva e deturpante.
Le vicende legate alla pressione del cemento che riguardano il territorio e l'hinterland di questo comune sembrano non avere fine. Tanto che è rimasto ben poco della Necropoli di Età romana Imperiale.
Di fatto gli interessi di un privato, che per anni ha lottato contro vincoli archeologici e ambientali, hanno avuto il sopravvento sulle 200 tombe appartenute a liberti e ad ufficiali della flotta romana.
Il sequestro dell'albergo - sostengono gli ambientalisti - ha rappresentato un forte segnale per il ripristino della legalità . Coraggiosa è stata la Soprintendenza che ha riscontrato gli abusi e che ne ha respinto giustamente la legittimazione con l'istanza di compatibilità paesaggistica.
Ora che la parte è ricorsa nuovamente al Tribunale Amministrativo Regionale avverso il parere contrario alla sanatoria della Soprintendenza, tutti coloro che credono nell'importanza della tutela del paesaggio e nel valore sia culturale, che ambientale della costa cilentana non possono che augurarsi che questa volta il TAR Campania di Salerno il prossimo 14 Febbraio dia ragione alle valide motivazioni che hanno supportato l'operato della Soprintendenza.







