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Gli antichi lavatoi comunali

📅 12/10/2006 · 📰 AvvisiSalerno

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Una struttura architettonica, simbolo del lavoro femminile e della cultura di un'intera comunità, è stata restituita a nuovo splendore grazie ad un intervento di manutenzione straordinaria eseguito dal Comune: sono gli antichi lavatoi comunali ubicati nel borgo medievale di Castellabate. L'appuntamento per il taglio del nastro è in programma venerdì 13 ottobre alle ore 18,30. La cerimonia di inaugurazione sarà preseduta dal sindaco Costabile Maurano.

L'intervento, approvato con deliberazione di Giunta municipale n. 78 del 2004, è costato 18.788 euro di importo contrattuale, sui 22.502 di somma a base d'asta e 24.542 euro di importo complessivo. L'opera è stata finanziata con fondi comunali ed stata eseguita dalla ditta So.Co.Edil di S. Maria, che si è aggiudicata l'intervento con un ribasso del 17,1909%.

Il

cantiere, avviato il 21 aprile 2004, è stato ultimato lo scorso 1 luglio, dopo una sospensione per variante, con 120 giorni di lavoro. La progettazione è dell'Ufficio tecnico con la direzione del geom. Costabile Di Paola dell'Utc, mentre il responsabile del procedimento è l'ing. Francesco Lo Schiavo.

La struttura dei lavatoi, che vanta anche un pregio artistico, risale agli anni Trenta ed ha un'impostazione architettonica tipica del fascismo. «È probabile che sia opera del medesimo progettista dell'acquedotto, l'ing. Igino de Luccia, con il direttore dei lavori Girolamo Ippolito e l'impresa dell'ing. Giuseppe Borselli di Napoli – spiega lo studioso di storia locale Gennaro Malzone - La realizzazione fu voluta e portata a termine al tempo del podestà Pasquale Perrotti».

L'edificio presenta all'interno due vasche di contenimento dell'acqua, una per il lavaggio dei panni e una per il risciacquo, munite di lastre scanalate in muratura. L'ampiezza e la copertura della struttura consentivano il lavoro contemporaneo di più donne ma offrivano anche riparo contro il freddo e le intemperie.

La funzione della costruzione, inoltre, era duplice: oltre al lavaggio dei panni, permetteva alla popolazione di attingere acqua potabile ad una fontana esterna. «Nella memoria cilentana – spiega ancora Malzone - la fontana pubblica era un luogo di aggregazione soprattutto per le donne, dove le ragazze si scambiavano opinioni, gli uomini adocchiavano le fanciulle, ci si innamorava e si celebravano i canti di sdegno e di amore. I lavatoi, invece, segnalano un'attenzione crescente all'igiene e rappresentano uno strumento di educazione all'uso dell'acqua».

Fonte: arechi.it

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