Antimafia: La Salerno-Reggio Calabria controllata metro per metro
La Salerno-Reggio Calabria e' uno dei "casi eclatanti" su cui si sofferma la relazione della commissione Antimafia dedicata alla 'ndrangheta. ''L'eterna incompiuta" è infatti il "simbolo materiale" di quel controllo del territorio attuato sempre più dalle 'ndrine. L'autostrada realizzata in meno di 10 anni tra la metà degli anni 60 e la metà degli anni 70, "doveva unire il Sud al resto d'Europa e rappresentare una sorta di via di uscita da sottosviluppo e arretratezza". Ma l'azione giudiziaria ha dimostrato, si legge nella relazione dell'Antimafia, che "la 'ndrangheta controlla metro per metro, casello per casello, grazie ad una spartizione-accordo i lavori perenni di ammodernamento ed ampliamento della struttura, sostenuti da finanziamenti pubblici nazionali ed europei interminabili, con continui incrementi di previsioni di spesa e relativi aggiornamenti dei bandi di gara''. "Dalle inchieste emerge un vero e proprio sistema fondato sulla connivenza delle imprese e sulle collusioni e le inefficienze della P.A. che, immutabile nel tempo, caratterizza in Calabria, ogni intervento pubblico finalizzato alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali". Unendo i risultati di due distinte inchieste, l'Antimafia sottolinea l'omogeneità dei comportamenti spiegata da un collaboratore di giustizia Antonino Di Dieco, un commercialista che aveva assunto un ruolo di primo piano nelle cosche del Cosentino. Il collaboratore ha spiegato che tutte le principali famiglie "i cui territori erano attraversati dall'arteria stradale avevano raggiunto tra loro un accordo per lo sfruttamento di quello che costituiva una vera miniera d'oro. L'accordo prevedeva una predefinizione delle procedure applicabili e una ripartizione, su base territoriale, delle zone di competenza con i relativi pagamenti". Questa la mappa del controllo della Sa-Rc da parte della 'ndrangheta. - Le famiglie della Sibaride con quelle di Ciro' per il tratto che andava da Mormanno a Tarsia - Le famiglie di Cosenza per il tratto che andava da Tarsia fino a Falerna - Le famiglie di Lamezia, Iannazzo per il tratto che andava da Falerna a Pizzo. - La famiglia Mancuso per il tratto che da Pizzo all'uscita Serre. - La famiglia Pesce per il tratto compreso dalla giurisdizione di Serre e Rosarno - la famiglia Piromalli per il tratto nella giurisdizione di Gioia Tauro - La famiglia Alvaro-Tripodi, Laurendi, Bertuca per il restante tratto che da Palmi scende verso Reggio Calabria. "Ricostruendo geograficamente le tratte, si può quindi affermare - scrive l'antimafia - che i lavori vanno avanti sotto un controllo costante delle cosche mafiose. Ovviamente questo non è estraneo all'enorme ritardo accumulato dalle imprese per la realizzazione dell'opera moltiplicando i suoi costi. Si è così evidenziato una sorta di 'pedaggio' istituzionalizzato da casello a casello. Questo è quanto avvenuto fino alla fine degli anni Novanta".
        






