Fine Vita: l’appello dei Cattolici in Movimento
A distanza di poco più di una settimana dal successo della kermesse salernitana, il cui eco ancora non si è
dissolto in città, torna a farsi sentire l’Associazione “Cattolici in Movimento”.
Da Roma, dove il Movimento ha sede, il Presidente Luigi Cerciello interviene sul delicato tema del “fine
vita”, tornato a vivacizzare con forza il dibattito pubblico, nell’imminenza della discussione alla Camera dei
Deputati del disegno di legge sul c.d. testamento biologico: “La nostra Associazione è nata nel marzo del 2009,
vale a dire proprio nel periodo in cui il testo normativo tornato alla ribalta in questi giorni veniva approvato in
Senato. Allora come oggi non ammettevamo deroghe nei nostri moniti: salvaguardare la vita sempre e
comunque, nel suo naturale divenire dal primo all’ultimo istante”.
Un proclama che Cerciello ebbe modo di ripetere più volte durante la convention che i Cattolici in Movimento
vollero tenere nell’ottobre scorso alla Camera dei Deputati e dedicare alla condizione del malato oggi in Italia:
“Noi cattolici riteniamo che la tutela della vita sia la giusta soglia da porsi a quel diritto di libertà che è pur
sempre ampiamente garantito all’individuo nel nostro ordinamento e che riconosciamo esser stato l’architrave
del progresso civile. Ma non riusciamo in alcun modo ad immaginare una società fondata sulla libertà che giunge
a rivoltarsi contro la vita umana!”.
Adesso si è in attesa che riparta a breve l’iter legislativo sul “fine vita” e la polemica tra mondo cattolico e gruppi
laicisti e radicali non ha tardato a reiterarsi, sugli organi di stampa come nelle piazze e nei pubblici conssessi.
Così Cerciello al riguardo: “Siamo cromosomicamente vocati alla comprensione e al rispetto dell’altro ma in
questo confronto non vogliamo che la tolleranza sia il mantello della nostra debolezza. La nostra ritrosìa
acuirebbe l’infiacchirsi della percezione sociale del valore della vita e non possiamo permetterlo. Assistiamo da
tempo a campagne pro eutanasia che esasperano il principio della libertà individuale sino a spingerlo oltre i suoi
confini razionali, laddove noi andiamo propugnando con forza il valore eterno dell’intangibilità dell’esistenza
umana. E’ indubbio che si sia innescato un aspro confronto di natura culturale, etica e giuridica che trova la
propria valvola di sfogo nelle aule del Parlamento. Ma vorrei esortare tutti, e in particolar modo i detrattori
dell’intervento normativo sul “fine vita”, a prendere in considerazione gli effetti sociali che una legislazione
eutanasica produrrebbe. Mi riferisco alla possibilità di tragici abusi nascosti tra le maglie di una norma più
permissiva, al disimpegno dei decisori pubblici verso l’assistenza ai morenti, all’alta probabilità di incappare in
forme di eutanasia non volontaria”. Il Presidente Cerciello chiude poi con un appello alla classe politica:
“L’auspicio è che i parlamentari cattolici presenti in ogni schieramento diano prova di operare secondo la
propria coscienza di credente, senza cedere a mortificanti compromessi partitocratrici o al desiderio di
strumentalizzazioni a vantaggio di questa o quella fazione politica. Vorremmo davvero che lo spazio che
intercorre tra una campagna elettorale e l’altra sia riempito da prove di coerenza. Sui valori non si tratta!”.







