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Le nuove truffe. Via sms; Trovata a Capaccio (SA) la centrale dei raggiri

📅 24/02/2008 · 📰 AvvisiSalerno

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Il messaggino ultima frontiera della truffa. Dietro i 45 milioni di sms che ogni giorno gli italiani si scambiano via cellulare si può celare un imbroglio in grado di far guadagnare cifre astronomiche a chi lo organizza. Il trabocchetto più recente è stato svelato dalla Procura di Milano che, dopo aver aperto un'inchiesta per associazione a delinquere, ha chiesto l'intervento del ministero e dell'autorità delle Telecomunicazioni.

Non solo gonzi
Tutte le truffe per riuscire devono ingannare. Ovviamente. Il truffatore studia la vittima superandone le difese psicologiche. A volte solletica la cupidigia, altre la curiosità. Lo dimostra il fatto che c'è sempre qualcuno disposto a pagare anche una somma considerevole per ricevere l'eredità milionaria lasciata dal fantomatico zio d'America, che mai arriverà. Un raggiro immortalato già 46 anni fa dal grande Antonio De Curtis in «Tototruffa 62». Come sono tanti quelli che nel parcheggio dell'autogrill abboccano e si fanno vendere un telefono che poi si rivela una patacca. Il campionario degli imbroglioni è vasto e variegato. Ma attenzione: non ci cascano solo i gonzi.

«È urgente»
Dopo il poliziotto, il peggior incubo dei truffatori, anche dei più fantasiosi e raffinati, è l'imprevisto, il granello di sabbia che inceppa anche il miglior meccanismo costruito con cura criminale. «SMS — Ti ho cercato alle 8.40 del 25/12/2007, è urgente, chiama da fisso al 899...... Info e costi su segreteria.biz», «Servizio messaggi!!: chiama da telefono fisso 899......». Migliaia e migliaia di italiani hanno ricevuto e ricevono messaggi di questo tipo. Uno pensa che si tratti di una nuova segreteria telefonica, di un parente o di un amico (il mittente non compare) che ti cerca perché ha bisogno di parlarti. Quando chiama il numero ci si sente rispondere da una voce registrata e si tratta di un servizio per incontri telefonici. La sorpresa vera la si trova in bolletta: 15 euro per il solo scatto alla risposta. Ma, si sa, la fortuna è cieca mentre la sfortuna ci vede benissimo. L'sms, infatti, è arrivato anche a un cellulare della Procura di Milano e da lì è subito migrato sul tavolo del sostituto procuratore Francesco Cajani, che si occupa delle truffe informatiche.

La centrale campana
Per risalire all'origine degli sms non ci hanno messo molto gli uomini del Gruppo pronto impiego della Guardia di finanza, all'avanguardia a Milano nelle inchieste informatiche. Erano stati spediti da una società veneta e da una piemontese su richiesta della Gestel srl di Capaccio (Salerno) che aveva anche indicato una lista di quasi 50 mila cellulari da contattare a raffiche di 15 mila la giorno. I numeri venivano recuperati nei modi più disparati, dagli annunci economici sui giornali fino e perfino dai messaggi scurrili lasciati sui muri dei gabinetti pubblici. Le ultime cifre venivano progressivamente cambiate per raggiungere tutti i cellulari che avevano identica la prima parte del numero.

Il calcio e la Ferrari
Secondo i Baschi verdi, nel solo 2007 la Gestel srl ha incassato qualcosa come 500 mila euro, di cui 40 mila nel solo mese di aprile quando risultano fatturati 4.967 scatti. Circa 200 mila euro hanno coperto le spese, 20 mila sono finiti alla squadra di calcio dell'Unione sportiva Agropoli e 128 mila per pagare una fiammante Ferrari 575 Maranello nera. Gli investigatori hanno sequestrato circa 100 mila euro sui conti dela Gestel e, con un'operazione dei colleghi della compagnia di Agropoli, hanno messo le ganasce alla fuoriserie. Convalidando il sequestro, il gip Nicola Clivio ha ipotizzato anche l'associazione per delinquere oltre alla truffa e alla tentata truffa ai danni dello stato per gli sms arrivati in Procura.

«Sei stato derubato»
Il trucco della segretaria non è l'unico. «Chiami il numero 02/......... di Servizi Interbancari per verificare la transazione con la sua carta di credito, al fine di verificare usi fraudolenti» è il messaggino arrivato ad altre migliaia di italiani che, fatto il numero indicato, si sono visti chiedere i codici della carta di credito. Chi ha abboccato ha subito un salasso al conto. Un sistema di «phishing» che è costato al 24enne milanese che lo ha architettato otto mesi di carcere, mille euro di multa e altri diecimila di risarcimento a Cartasì. Solo a Milano, ma la situazione è simile in tutt'Italia, ogni giorno ci sono una ventina di denunce per truffe con gli 899. Da giugno queste numerazioni saranno interdette e si potrà comporle solo a richiesta. Intanto, Cajani ha chiesto al ministero di bloccare subito la quarantina di numeri sotto inchiesta. C'è da giurare che i truffatori cercheranno altre strade. Giuseppe Guastella

Fonte: corriere.it

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