Tassi al 120% e minacce alle vittime, in manette moglie di un malvivente
Continua l’azione dei Carabinieri di Battipaglia per contrastare il dilagante fenomeno dell’usura, fenomeno che per diffusione e penetrazione rischia di mettere a dura prova anche il regolare sviluppo dell’economia dell’intera piana del Sele.
Dopo gli arresti, compiuti negli ultimi mesi dai militari dell’Arma, di appartenenti ad organizzazioni camorristiche e di insospettabili che avevano estorto, anche con minacce di morte e qualche volta con la violenza fisica, il pagamento delle rate degli interessi usurai alle povere vittime, ad essere arrestata, questa volta, una donna con precedenti, che praticava prestiti con interessi calcolati dai militari dell’Arma intorno al 120% annuo.
In seguito ad un articolato servizio di osservazione e controllo, predisposto dai Carabinieri dopo una dettagliata denuncia sporta da un commerciante di calzature di Battipaglia, la donna è stata sorpresa e bloccata subito dopo aver intascato la somma di 1.400 euro in contanti, consegnatale dalla vittima quale pagamento della rata mensile del prestito, maggiorato degli interessi usurai.
L’arrestata, C.P., 45enne battipagliese, minacciando la vittima di far intervenire gli amici del marito (noto malvivente napoletano in carcere per traffico di stupefacenti) aveva preteso ed ottenuto il saldo delle rate e degli interessi usurai. Letteralmente impaurito dalle continue minacce, il commerciante è riuscito a trovare la forza di dire basta e di rivolgersi ai Carabinieri, riuscendo cosi a porre termine, nel giro di pochi giorni, grazie all’azione dei militari (con il costante coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Salerno diretta dal Dottor Franco Roberti), ad una ingestibile situazione di assoggettamento psicologico, che durava ormai da alcuni anni.
L'ultima serie di arresti ha fatto registrare però segnali incoraggianti che lasciano ben sperare sulla presa di coscienza delle vittime di usura: l’unico modo di uscire dalla morsa degli strozzini è quello di denunciare. In meno di un anno undici imprenditori si sono presentati di fronte ai Carabinieri per denunciare i loro aguzzini.
Storie di usura che si trascinavano da anni sono state risolte nel giro di tre/quattro giorni con azioni mirate, efficaci e soprattutto tempestive da parte di Carabinieri e Magistratura. Già dopo sei mesi dai fatti, dopo le severe condanne ai componenti del clan De Feo, arrestati dai Carabinieri per l’estorsione ai danni di un imprenditore, è intervenuta una condanna a nove anni di carcere ad una altro usuraio ed estorsore: il malvivente non aveva esitato a colpire con un bisturi ad una gamba la povera vittima che ritardava i pagamenti.
Per gli altri usurai è stato già disposto il giudizio immediato di fronte al Tribunale di Salerno. L’ultimo arresto risale ad appena una settimana fa, quando ad essere arrestato nella flagranza del reato è stato un rivenditore di auto.






