SECONDO APPUNTAMENTO AL PAESTUM FESTIVAL. DECAMERONE: EROS E THANATOS DETERMINANO L’AGIRE
Un atto unico dal Decamerone di Giovanni Boccaccio, firmato e diretto da Augusto Zucchi, ha richiamato al secondo appuntamento al Paestum Festival.
Protagonista Debora Caprioglio, direttrice della Compagnia Teatrale Molière, con Antonella Piccolo, Mario Patanè, Fabrizio Vona, Francesco Di Trio ed Eleonora Tiberio. Il Proemio vede una compagnia rifugiarsi in una casa di campagna per sfuggire alla peste divulgata nel 1348 e decidere di esorcizzare la morte distraendosi raccontando novelle comiche ed audaci. L’Arte del racconto, l’immaginario, quindi è proposta alternativa alla morte. L’autore del Decamerone, Boccaccio, ed il personaggio femminile Fiammetta (Caprioglio), che personifica la nera morte ma anche la bianca voluttà, raccontano, alternando con la recitazione, sei novelle, quasi in un “gioco” tra letteratura e teatro, tra narrazione e messa in scena.
Sembrano anche osservare dal di fuori le vicende umane, dove la natura, l’istinto, prevale, in un intersecarsi di eros e thanatos, l’uno determinando l’altro, nell’impossibilità di dominarli. Ne scaturisce una visione comica dell’agire umano, in una esasperazione offerta non al giudizio, ma al riso. Non è mancato un recitativo in vernacolo napoletano, richiamando al grande amore di Boccaccio per la città di Napoli che definì “la lieta”, dove visse per alcuni anni e che spesso poi rimpianse.
Presente anche il mascheramento dell’attore uomo in un personaggio femminile, quello della Madre Badessa. Una chicca il delizioso frammentato recitativo, piccante senza divenire volgare, delle calde suorine, vivacizzate dalla presenza del prestante giardiniere, che ha risvegliato la sensualità repressa…..ma non troppo!! Brevi i momenti canori musicali, qualche lentezza per questa impostazione dell’opera dedicata da Boccaccio in particolare alle donne, richiamandole alla forza dell’istinto che, represso, porta la tristezza che accompagna la virtù.
Una visione che fu una reazione ad un spiritualismo esasperato dell’autore vissuto tra l’epoca di Dante e quella di Petrarca. E’però una panoramica sul mondo sociale molto attuale ancora, che diviene comica. Il senso caricaturale è però affidato solo allo spettatore intelligente. Comunque è stato un intrattenimento leggero e divertente. MARISA RUSSO
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