LA CHIESA: LA CONDIZIONE ESISTENZIALE E CULTURALE DELL’UOMO DI OGGI
La CHIESA, sempre più incapace di capire i cambiamenti, manifesta una profonda sfiducia nell’UOMO, ritenuto incapace di governare se stesso senza la tutela della fede.
Siamo, purtroppo, ancora oggi, fermi ad una visione medievale, basata sulla subordinazione della ragione alla fede.
La Chiesa non ha saputo e non sa (perché non vuole), intercettare quella modernità che, a partire da Lutero, rivendicava il valore della coscienza individuale di fronte a Dio, a prescindere dalla mediazione della Chiesa.
Con l’Illuminismo veniva proclamata l’autonomia della ragione dalla fede.
Come l’antichità o la medievalità non sono in sé un valore, così anche la modernità; pur tuttavia, rappresenta, la condizione esistenziale dell’uomo di oggi.
Come tale va capita, cosa che non ha saputo e non sa fare la Chiesa, compresa la Chiesa di Giovanni Paolo II che ha solo saputo mascherare la rigidità della dottrina, con la mobilitazione degli affetti e la commozione dei cuori.
È mancato, altresì, il dialogo con le altre Chiese cristiane, assolutamente impraticabile, per la mancata rinuncia al primato del Papa ed alla sua infallibilità.
Non si può dialogare con gli altri, partendo dalla posizione che solo la Chiesa di Roma possiede la verità assoluta.
Non era così alle origini del cristianesimo dove c’era la Chiesa di Antiochia, la Chiesa di Alessandria, la Chiesa di Costantinopoli.
Nel 1870 con il Concilio Vaticano I: la Chiesa di Roma deliberò l’infallibilità del Papa romano.
Veniva così ribadita, come ancora oggi, la sfiducia nell’uomo circa la sua capacità di governare se stesso, senza le indicazioni infallibili di chi governa la Chiesa di Roma.
Una condizione di potere e di privilegi che non giova a nessuno, proprio a nessuno.
A lungo andare, come è evidenziato dalle crescenti condizioni di solitudine per effetto dell’assenteismo della Chiesa di oggi, dove ancora c’è il rifiuto del riconoscere l’autonomia della ragione dalla fede (Giordano Bruno, l’eretico, pagò con la morte sul rogo, questa sua importante scelta del libero pensiero), la Chiesa - potere, si troverà a fare i conti con un mondo cambiato che non la riconosce più, trattandosi di un mondo dove illuministicamente ciascuno pensa che sia un diritto proprio dell’uomo il distinguere la ragione dalla fede.
Se la Chiesa non saprà riconoscere al mondo cattolico questa libertà di libera fede in libero pensiero, aggraverà in modo irreversibile la sua condizione di crisi e si troverà in crescente solitudine con se stessa, per l’abbandono dell’uomo che vuole sentirsi libero di tenere distinte e separate la religione dalla fede.
Giuseppe Lembo
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