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Il Cervati e il “Polo della Neve”. Il Consiglio del Parco dice Ni

📅 giovedì 13 ottobre 2011 · 📰 AttualitàSalerno

il Cervati innevato
Credits Foto OpEd

Spulciando tra le righe del bilancio dell’Ente Regione hanno scoperto che vi sono 52 miliardi di euro non utilizzati.


Quanti soldi davvero! Come spenderli allora in modo da non perdere questo tesoretto? Ecco farsi avanti la provincia di Salerno con il suo progetto “Polo della Neve” a cui pensa da tempo come opportunità di sviluppo e crescita per l’entroterra del Cilento.

La costa è ormai satura: lo “sviluppo sostenibile” ha deturpato spiagge, pinete, dune, foci fluviali, scogliere. Occorre pertanto rivolgersi verso l’interno dove boschi, prati, montagne, vette innevate, santuari antichi sono in attesa di essere “valorizzati”.

Mi vengono in mente il monte Bulgheria e il fiume Mingardo, in pieno Parco nazionale. Sul primo fu costruito un rifugio, un campeggio attrezzato per accogliere tanti turisti e piantati molti alberi non autoctoni come i cipressi, in barba alla difesa della biodiversità. Tanto è vero che l’allora presidente La Valva, botanico, si arrabbiò moltissimo asserendo che il parco altro non era “che una grassa vacca da mungere”.

Sulla sponda destra del fiume invece fu costruito un laghetto artificiale con tanto di casotto per l’osservazione degli uccelli migratori, che doveva attirare molti appassionati.

Peccato che tutto fu sistemato su un gomito del fiume che spazzò via entrambi con una piena pochi mesi dopo.

La gente ancora sghignazza.

monte cervati verde

Ma comuni e Parco non sono nuovi a realizzare in aree protette opere finanziate anche con i Pot Campania. Ne è esempio l’”Ostello della gioventù” realizzato, ma mai finito, dal comune di Celle di Bulgheria, propagandato come strumento di sviluppo sostenibile per l’economia del territorio.

Ma torniamo al Cervati. In questi giorni è stato firmato l’attesissimo protocollo di intesa tra Parco e Provincia per realizzare impianti e “nuove e adeguate infrastrutture” (seggiovie, rifugi in quota, strade fino alla vetta) per il turismo invernale. Il presidente provinciale Cirielli ne è entusiasta. “Un opportunità per favorire la destagionalizzazione del turismo della nostra provincia”, afferma. E ancora, “impianti sportivi compatibili alla conformazione geomorfologia dell’area [si dice sempre così] è un’opportunità anche per tutti i piccoli comuni della zona che potranno raggiungere risultati importanti”.

Quali risultati sono tutti da individuare. Comunque la pluricampionessa olimpionica di sci di fondo, nonché deputata, Manuela Di Centa sembra sia rimasta colpita dal Cervati. Potrebbe diventare – si dice abbia detto – un polo di allenamento per tutti gli sport invernali.

Davanti questa prospettiva imprenditori turistici e sindaci, compreso ex deputato verde Tommaso Pellegrino, sono entusiasti. Che opportunità di sviluppo per il Cilento! Potrebbe diventare L’Abetone o Cortina d’Ampezzo.

Diamo alla natura quel che è della natura


E va bene che nella Genesi (I – 38) si comanda ad Adamo “riempite la Terra e assoggettatela”, ma almeno qualcosa di integro lasciamole. Perché conservare integri ed efficienti gli ecosistemi naturali è oramai una necessità se vogliamo anche noi umanità sopravvivere. Pensare quindi che la crescita di un territorio sia solo quella economica è un obiettivo non più percorribile . Più che crescita si dovrebbe pensare ad una decrescita dei consumi, dello spreco di risorse che conducono inevitabilmente a inquinamento e distruzione degli ecosistemi naturali.

La montagna del Cervati è ricca di storia e di bellezze naturali. Basti pensare alla flora e alla fauna composta da faggi, aceri, lecci, ontani, tassi, agrifogli, mentre la fauna comprende rane, salamandrina dagli occhiali, lupo, gatto selvatico, nibbio bruno, nibbio reale, aquila reale, falco pellegrino, lanario, gufo reale.

Lo sci di fondo viene da tempo praticato, sebbene ormai sulla vetta, perché i cambiamenti climatici si fanno anche qua sentire e di neve ne cade e ne rimane poca sulla montagna più alta del Cilento.

Saranno quindi soldi sprecati , anche perché finiranno e altri fondi tarderanno a venire, se verranno. Basti pensare all’ecomostro sulla rupe del Mingardo, nato come Centro di studio migrazione degli uccelli, voluto dal parco e dal comune di Centola con i fondi europei e mai entrato in funzione, anzi vandalizzato e quindi sequestrato perché abusivo, mentre i tecnici del comune e della ditta appaltatrice sono finiti in giudizio.

Quella fetta di tesoretto potrebbe invece, se ve ne fosse la volontà, essere utilizzato molto più proficuamente per opere urgenti come la messa in sicurezza del territorio da frane, erosione della costa e delle montagne: insomma per il grave dissesto idrogeologico del Cilento e del suo Parco naturale, Patrimonio dell’Umanità .

Paolo Abbate

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cirielli sul monte cervati festa della neve
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