CASTELLABATE- AL CASTELLO MOSTRA “LA BADIA DI CAVA”
di Marisa Russo | BlogDalla Longobardia minore all’Unità d’Italia
Organizzata dalla Badia di Cava con il Comune di Castellabate, sindaco Costabile Spinelli, visitabile sino al 10 aprile (dalle 09,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30), la Mostra “La Badia di Cava” accoglie nel Castello, che domina la spettacolare costa, fondato dal quarto Abate della Badia di Cava dei Tirreni, San Costabile Gentilcore, nato a Castellabate e Patrono del paese.
Per i suoi mille anni la Badia, alla quale appartiene il Castello, richiama al suo monumentale complesso, che custodisce documenti ed opere pittoriche di notevole valore. Tra le opere artistiche quella del pittore cilentano di Piano Vetrale, Paolo de Matteis, detto Paoluccio della Madonnina.

Richiamato il fascino del luogo sul quale si affaccia la Badia di Cava di grande suggestione. La ordinata Mostra con una serie di grandi manifesti ed installazione moderna, schematica, introdotta da piante che la mano dell’uomo ha forgiato in forme sferiche, presenta in larghe linee la storia della Badia. Manca la comunicazione emotiva e l’evidenziazione di quell’importante eterno filo che lega il passato al presente, mediante l’essenza dell’insegnamento di colui al quale tutto questo è dedicato, del fondatore dell’Ordine Benedettino, di San Benedetto da Norcia, della sua regola, sino a giungere a San Costabile al quale il Comune ha dedicato questa Mostra, quindi agli echi ancor presenti in questo paese. BENEDETTO SANTO DELLA PACE E DELLA CULTURA deve poter essere ascoltato nel CASTELLO fondato dall’ABATE BENEDETTINO San Costabile SULLA COLLINA DELL’ANGELO. IN QUESTO CENTRO STORICO CHE SI SVILUPPA TRA ARCHI E GROTTE, è evidente il richiamo del Santo alla concentrazione che la grotta favorisce per poi poter “volare” nell’alta spiritualità, come la collina ed il suo antico nome, dell’Angelo, sottolineano. Importante quanto mai in questa epoca anche il suo richiamo alla manualità, al lavoro agricolo, in questo habitat dai tanti ulivi argentei, ed a quello artigianale, a mani che seminano, mani che raccolgono il grano, mani che scrivono, mani che offrono l’ostia o elevano il calice.

Castellabate, luogo già scelto dai religiosi orientali Basiliani, alla cui regola si ispirò Benedetto, può proporre, con grande attualità, un’unione tra Occidente ed Oriente. Almeno una via è dedicata a Castellabate ai Monaci Basiliani, ma andrebbe controllata, diviene sempre più stretta senza nessun rispetto e potrebbe divenire invece richiamo anche turistico tra gli ulivi e costeggiando uno stupendo panorama, con installazioni opportune.
Il pensiero di questo Santo della Pace espresso con tanti simboli, è in tanti aspetti attuale. Come non ricordare e non prendere come esempio il suo simbolico miracolo di sciogliere i nodi, nodi culturali, esistenziali, sociali, con la forza di una profonda visione?

Benedetto richiama a valori universali, oltre il tempo, anche ad un giusto e profondo uso dei sensi e dei suoi organi:
dell’udito per saper ascoltare i bisogni e le richieste altrui, accompagnato dal richiamo “ASCOLTA”, parola con la quale inizia la regola Benedettina,
della vista per occhi “capaci di saper vedere”- Gli occhi di Benedetto erano capaci di vedere in luoghi e tempi distanti, di profetizzare, ma è anche invito a tutti ad osservare la profondità del reale che porta oltre,
della bocca e della lingua, da adoperare per diffondere conoscenza, per proporre, non da usare nel pettegolezzo, nella superficialità della parola, nell’ingiuria, nella diffusione della maldicenza
( “Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna”B.).
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