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CAPACCIO SCALO_ TEATRO PER L’ANIMA-L’INFERNO E’ NON AMARE PIU’

📅 mercoledì 14 marzo 2012 · 📰 CulturaCapaccio-Paestum

prete articolo arpec 14032012
Credits Foto OpEd

foto autoredi Marisa Russo | Blog

"La confessione di un curato"

Sabato 17 marzo Parrocchia "San Vito"

L'associazione culturale BereshitTeatro, in collaborazione con la Diocesi di Teano, ha intrapreso dal 2009 un’interessante iniziativa di spiritualità teatrale, frutto della collaborazione tra Mons. Arturo Aiello (Vescovo di Teano-Calvi) ed il regista attore Angelo Maiello. Insieme hanno già realizzato due edizioni del Festival Teatri d'anima presso l'auditorium "Mons.Tommasiello" di Teano.

Il loro ultimo lavoro è lo spettacolo "La confessione di un curato" tratto dal

testo di Bernanos che verrà portato in scena a Capaccio Scalo sabato 17 marzo nella Parrocchia "San Vito".

“In un momento storico senza modelli ed esempi, la storia interiore di un anonimo prete di un piccolo paese di provincia, che vive in un momento storico prossimo, remoto, attuale, può risultare poco attraente; ma questa storia di un “poveruomo” annuncia presagi di speranza” affermano Claudio di Palma e Angelo Maiello, autori della rappresentazione. “E’-continuano- il più originale tentativo di trasformare in narrazione il cuore della spiritualità cristiana”.

"L’inferno è non amare più…….. tutto è grazia”

(Georges Bernanos)

Queste le parole sintetiche dello scrittore francese dell’800, dopo una vita difficile, sofferta e meditata che diviene monito, messaggio esistenziale di maggiore importanza nei momenti difficili.

E’ del 1936 l’opera Journal d'un curé de campagne, da cui è tratta questa pièce teatrale. Nel libro sono presenti e convergono due diverse sensibilità spirituali: quella del curato d'Ars e quella di Santa Teresa del Bambin Gesù, entrambi santificati da Pio XI nel 1925. Similmente a Giovanni Maria Vianney, il giovane prete protagonista del romanzo è divorato da un forte zelo apostolico, totalmente dedito alla santificazione del gregge a lui affidato. Di Teresa invece segue la via dell'"infanzia spirituale". Anche il “Tutto è grazia” con cui il romanzo si chiude è una frase che Bernanos riprende dalla famosa Santa. È importante inoltre segnalare che per gran parte delle riflessioni che arricchiscono il romanzo Bernanos attinge al romanzo di Ernest Hello, “L'Homme”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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