Castellabate Torre Perrotti Santa Maria “Ti offro le mie parole”
di Marisa Russo | BlogLunedì 13 agosto ore 21 presentazione del libro di Giuseppe Salzano
Con i relatori Angela Furcas, critico letterario e Maria Rosaria Tata neurologa, con l’accompagnamento musicale della violinista Roberta Olivieri e le letture di Filomena De Gennaro, la Torre Perrotti in Santa Maria di Castellabate ospiterà la presentazione del testo di Giuseppe Salzano “Ti offro le mie parole”.
Non conosciamo ancora questo testo, ma una piccola pubblicazione, che raccoglie storia, foto e scritti che comunicano emozioni, invita ad “immergersi” in questo suggestivo habitat.
Alla Vetrina dell’Editoria del Sud, zona Belvedere di Castellabate, tra i tanti libri esposti, il piccolo stampato “La torre Pagliarola del barone Perrotti nella storia di S.Maria”, ricorda che Castellabate non offre solo possibilità d’immergersi nel suo mare, ma merita l’immersione nelle emozioni del suo habitat. La Torre Perrotti con il suo circondario è una realtà che va osservata! Il libretto, del barone Perrotti, curato dal professore Gennaro Malzone e stampato da Digitalpress, che illustra il percorso storico di questa Torre, è introdotto da mie parole sulla simbologia dell’originale forma della torre:
“La Torre squadrata, possente materia, è rappresentativa simbolicamente, con i quattro lati, dei quattro elementi naturali, aria,acqua, terra e fuoco in equilibrio, quindi in grande stabilità. Da questa, in questa, si erige la torre cilindrica, dove gli spigoli scompaiono, i quattro elementi si fondono nella perfetta forma circolare che si eleva in una perfezione celestiale, in un superamento che trascende, in un’aspirazione ad un mondo superiore.”
Oltre a foto suggestive di Pinuccio Di Gregorio, grande appassionato del territorio, della fotografia e della memoria storica, prematuramente scomparso, il testo presenta una bella foto di Lorena Salvati.
Nel suo iter in ascesa Castellabate infatti vide con gioia questa foto scelta per la copertina dell’elenco telefonico Pagine Bianche 2011, della provincia di Salerno. Penetriamo nell’emozione che questa immagine offre e cogliamo il suo silenzioso invito alla cautela sul territorio. La foto ottenne il primo posto nel Concorso fotografico ”Passione Italia”, nella sezione “Incontri Italiani”, organizzato da Seat Pagine Gialle, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Il suo titolo è “Ci vediamo al Castello di sabbia”, anch’esso sintetico, suggestivo, plurimo richiamo. Tutti i nomi e recapiti raccolti nell’elenco sembrano simboleggiati da quei tanti granelli, uniti per formare un’unica realtà, la sabbia, divenendo anche loro un’unica realtà di abitanti di uno stesso territorio! Questa immagine ci conduce anche oltre, in un sogno fantastico, in un luogo dell’anima, captati da simboli eterni, immortalati in un attimo felice, colto da una forte sensibilità e con maestria. E’ l’ora del tramonto, in una serata settembrina, alla fine di un giorno, alla fine di una stagione, ma che si inserisce in una emozione eterna. Il colore beige rosato della sabbia si fonde con quello delle pareti di questo storico Palazzo, tra bagliori naturali degli ultimi sprazzi di raggi solari e quelli artificiali delle luci degli ambienti interni vissuti. Quella morbida, tiepida, penetrabile sabbia, simbolo di utero accogliente, ancestrale desiderio al tenero rientro, nel recupero di una tutelata vita fetale, quel mare silenzioso in quel momento, quasi liquido amniotico protettivo, si fondono con quei spazi di habitat che parlano di storia, con quelle finestre illuminate aperte, che sembrano un invito a penetrare quell’atmosfera per un inserimento auspicato. Le ombre dell’inconscio si fondono con le luci della coscienza, della razionalità, del desiderio che diviene esplicito, che diviene progetto. Quel Palazzo con la sua Torre diviene il Castello incantato, il Castello misterioso delle favole, il Castello dell’inconscio, il desiderio di un sogno che da irrealizzabile diviene realtà. Quella Torre eleva, dà la “fuga” per un protendersi verso il cielo, in una ricerca o in una esaltazione di quella spiritualità che quell’habitat e quel momento esaltano. Quella fusione di terra, sabbia, mare, che suggerisce anche mondi sotterranei, misteriosi, con il cielo, inneggia alla Natura nella quale l’essere umano si trova così perfettamente inserito, tra luci ed ombre, tra coscienza ed inconscio. Castellabate invita ad entrare in silenzio in questa atmosfera, cautamente, quasi ombra tra le ombre, richiamando anche alla fragilità di quest’armonia che può essere distrutta, come una mano maldestra o un “vento” sconsiderato può annientare ogni Castello di sabbia!! E’ invito a cogliere l’emozione, senza violentarla o turbarla, ad inserirsi con una profonda consapevolezza e solidarietà. Sul terrazzo, ai piedi della torre, immobile attende l’emersa Sirena Leucosia offrendo fiori solari, mentre alcuni delfini, resi eterni da una magica bacchetta, innalzandosi, cantano i misteri della vita…….che solo alcuni riescono a cogliere!!

Palazzo Perrotti - I delfini

"Ci vediamo al Castello di sabbia" - Lorena Salvati

Palazzo Perrotti - La sirena
© RIPRODUZIONE RISERVATA







