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OLIO DOP: IL PREZZO E’ TROPPO “LIEVITATO” DALLE ECCESSIVE CERTIFICAZIONI

Necessita una semplificazione sintetica, potrebbe partire da una rete di produttori del Parco una richiesta con tale obiettivo_Le dichiarazioni del Sindaco Giuseppe Cilento

📅 mercoledì 13 novembre 2013 · 📰 EconomiaCilento

13112013 ulivo di torchiara
Credits Foto Marisa Russo

foto autoredi Marisa Russo | Blog

Per una gastronomia salutare necessita come grasso adoperare solo l’olio d’oliva, ma olio extravergine, meglio se DOP e biologico. Notiamo però troppo spesso che la dieta salutare è solo per ricchi!!! In particolare scriviamo oggi dell’olio DOP, dato che in questo periodo si produce tale alimento. Il professore Giuseppe Cilento, Sindaco di San Mauro Cilento, socio della cooperativa Nuovo Cilento che produce olio, nel suo documento “Per una Modernizzazione possibile del sistema Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano ed Alburni”, denuncia alcune determinanti motivazioni del caro costo: come la denominazione del Parco è troppo lunga, troppi nomi e quindi lettere, così necessiterebbe snellire tante procedure, con anche una forte diminuzione di spesa che pesa poi al cliente.

“Un prodotto tipico DOP del Parco_scrive Giuseppe Cilento_ subisce i seguenti controlli nel processo di produzione:

  1. comune
  2. consorzio di tutela,
  3. ISMECERT,
  4. ASL,
  5. ARPAC,
  6. Guardia costiera, 
  7. nucleo apposito della Forestale del MIPAF ,
  8. Guardia Forestale regionale,
  9. Carabinieri,
  10. Guardia di Finanza,
  11. Ispettorato del Lavoro
  12. NAS,
  13. NOE,
  14. Repressione Frodi,
  15. Regione, per la tracciabilità,
  16. Parco, per il marchio d’area,
  17. GDO (a cui non importa nulla di tutte le carte degli altri enti e impianta un ulteriore sistema di controllo).

A questi bisogna aggiungere tutti gli altri procedimenti di certificazione e controllo previsti dall’Unione Europea ( ISO 9000, ecc…..) !!! Attualmente per le certificazioni la Coop Nuovo Cilento si sottopone (oltre ad ISMECERT) a questi ulteriori controlli di qualità di ICEA, SIAN, CSQA, ognuna con le sue procedure e i suoi costi. Mediamente una visita di controllo ogni 20 giorni !!! Ed è stata una fatica pazzesca unificare a livello informatico le procedure in gran parte simili di BIO, DOP e tracciabilità, che le leggi tengono separate anche negli aspetti procedurali simili. La nuova legge sull’olio promette ancora altre forme di controllo. Ma come mai non bastano quelle in vigore? Perché diventano altrettante grida manzoniane?

Eppure la qualità Italia prende vita dagli ambienti straordinari dell’Appennino italiano, dagli innumerevoli e specifici microclimi, in cui è più facile produrre biologico e qualità DOC, soprattutto dai 300 mt in su.

L’obiettivo non è allora semplificare la burocrazia, ma ridurre gli enti, cioè riformare lo Stato, ridurne la frammentazione crescente e il peso soffocante.

Accorpare non significa licenziare, ma cominciare a ridurre i troppi enti intermedi tra comune e regione. In Europa il numero dei comuni è stato ridotto. Si può cominciare a normare ed incentivare meglio la rete dell’associazionismo?

Intanto se ne sono viste e sentite di tutti i colori, si è finanche agitata demagogicamente la partecipazione all’EXPO 2015, che si sostituirebbe ad un urgente ed imprescindibile progetto di comunicazione, correlato alla ricerca di mercati-obiettivo, dei loro specifici segmenti più profittevoli. Si vola alto, molto alto, per rinunciare ovviamente a trovare luoghi, tempi e modalità per riformare lo Stato, progettare seriamente, rendere il sistema misurabile, verificare e migliorare risultati. Meglio che tutto si perda nelle nebbie. Ma è altra cosa che progettare futuro secondo una credibile e praticabile azione riformatrice. Il mercato globale richiede intelligenza, nuove tecnologie, massa critica aziendale, stato efficiente, efficace politica ecosostenibile, capacità di ridurre i costi e aumentare il valore dei prodotti.”

Quanti procedimenti di certificazioni dobbiamo pagare per usare dell’olio con tali qualità??? Quanto personale dei vari Enti dobbiamo sostenere??? Non possono i produttori fare rete con l’ausilio dell’Ente Parco per chiedere ed ottenere uno snellimento necessario???

(nella foto un olivo plurisecolare nella Piazza di Sant’Antuono di Torchiara)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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