A cavallo fra il XIX e il XX secolo si avvertì in Italia, in lungo e in largo, un grande bisogno di rinnovamento. L’intransigenza non forniva più all’inizio del Novecento le attese risposte. La cosiddetta crisi “moderata” legata alla congiuntura 1800-1900 dai cattolici ottenne risposte di esplicito irrigidimento. L’integrismo aumentò la spaccatura tra Chiesa e società. L’azione dell’indagine critica applicata agli studi religiosi influì significativamente in tal senso.
Era questo il clima che caratterizzò gli ultimi anni del 1800 e i primi del 1900. Governava la Chiesa Universale Papa Leone XIII, primo Pontefice che nella storia ecclesiastica moderna riteneva che nel campo pastorale rientrasse anche l’interesse socio-politico.
Leone XIII nel Concistoro del 17 novembre 1900, tre anni prima della sua dipartita, elesse Vescovo di Capaccio-Vallo, Mons. Pietro Paolo Jacuzio.
Originario della verde irpinia; ebbe i natali a Forino il 21 dicembre 1862. Arrivò a Vallo nell’estate del 1901, dopo essere stato consacrato Vescovo il 21 dicembre del 1900, in concomitanza col suo 39 compleanno. Il XX secolo orientò anche il Cilento a un bisogno di rinnovamento. La Chiesa locale mirò a determinare una vera maturazione dei laici nella fede. Rifiorirono vecchie associazioni e a queste si unì un entusiastico impegno nell’opera evangelizzatrice. Le vicissitudini socio-religiose del tempo inducevano la Chiesa di Vallo ad agire fattivamente sul territorio. La distanza dalla pratica religiosa, il diffondersi delle unioni matrimoniali civili e delle unioni illegittime, l’anticlericalismo e l’allontanamento diffuso dai Sacramenti erano le condizioni che facevano faticosa l’opera pastorale. L’aggregazione comunitaria ecclesiale si recuperò in special modo, comunque, con l’evento del primo conflitto mondiale. Le diffuse problematiche sociali trovarono risposta sovente in seno al nucleo parrocchiale. Tale processo indusse a una sempre maggiore aggregazione del mondo civile e religioso.
Questo era lo scenario cilentano entro il quale attuò la sua dinamica Mons. Jacuzio.

Questi, appena giunto in Diocesi, dovette prendere atto che anche la terra del Cilento era coinvolta in una importante crisi economica. Le nuove leggi del governo nazionale rompevano il secolare sistema del Sud, fondato sulle chiese ricettizie e il reclutamento del clero della zona. Il novello pastore dovette quindi misurarsi con il serio calo delle vocazioni sacerdotali da un lato e con l’esodo dei cilentani costretti all’emigrazione dell’altro. Necessitava una azione risolutiva alla condizione diffusa della miseria sociale locale e bisognava in qualche modo e impedire la pratica dell’usura. Andava spandendosi nella penisola, con speciale riferimento all’area del Mezzogiorno, il movimento cooperativo cattolico. Nel 1913, a dodici anni dal suo insediamento nella Chiesa del Cilento, fondò la Cassa Rurale depositi e prestiti “San Pantaleone”. L’istituto servì a limitare con modalità significativa i profitti di guerra degli speculatori. Il Vescovo Jacuzio ebbe poi altri meriti: diede forte vigore all’Azione Cattolica sul territorio, restaurò la Cattedrale, fondò l’ Alento, gli fu riconosciuto, appena giunto in Diocesi, quale Ente Autonomo l’ex Convento dei Cappuccini di Massa. Due date importanti nell’episcopato di questo Vescovo furono il 15 agosto 1904, tempo d’inizio della nuova chiesa sul Monte Gelbison e il 2 maggio 1912, giorno in cui incoronò la Madonna del Granato di Capaccio Vecchio. Due anni dopo prese parte al Congresso Internazionale di Lourdes. Jacuzio fu amato dai fedeli della Chiesa del Cilento. Oltre diecimila firme servirono, infatti, a scongiurare il suo trasferimento a seguito della nomina di amministratore apostolico , da parte di Pio X, della Diocesi di Diano-Teggiano e di Acerenza e Matera. Lasciò poi Vallo nel 1917 poiché nominato Vescovo di Sorrento.
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