Raffaele De Giuli, ultimo fra i Vescovi della Diocesi "Caputaquensis et Vallensis" e primo Pastore della Diocesi "Vallen(sis) in Lucania" (1936-1946)
di Emilio La Greca Romano | BlogLuzzogno, è un minuto paese della Valle Strona, da noi distante, collocato all’estremità dell’Italia del Nord, quasi sulla linea di confine della penisola; è posto a mezza costa, sul fianco settentrionale della riferita Valle. A Luzzogno, “lux omnium”, (luce di tutti), nacque Raffaele De Giuli il 9 novembre 1884, mentre i suoi compaesani supplicavano il Vescovo di Novara per ottenere l’autorizzazione ad effettuare l’incoronazione ufficiale della statua della Beata Vergine della Colletta. Nacque da Edoardo e Pasqualina Boretti, primogenito di sei figli. Ebbe i natali in una umile famiglia, il padre svolgeva un lavoro nel settore del feltro, come emigrato in Germania, la madre, Pasqualina, si dedicava amorevolmente all’attività agricola e pastorale. Nella sua famiglia anche il fratello Celso abbracciò la vita sacerdotale. A Luzzogno, Raffaele De Giuli, in questo pio borgo del settentrione, provò speciale interesse per San Giovanni Bosco. In tenera età fu accolto dai Salesiani. In questo gruppo si attivò nell’impegno di vita cristiano e ottenne una buona formazione indirizzandosi negli studi nella Casa Madre dell’Ordine a Torino-Valdocco, ove si distinse per condotta e profitto. Successivamente proseguì i suoi studi nei Seminari diocesani di Arona, Gozzano e Novara per il Ginnasio Superiore, il Liceo e il Corso Teologico. Ebbe la fortuna, da studente impegnato, a Novara, di incontrare insigni maestri come Mons. Cavigioli, il Can. Zaninetti e il Prof. Rossignoli. Chiamato alla Leva, fu assegnato a compierla nel 1° Reggimento Granatieri dal quale successivamente fu congedato col grado di Caporale. Mons. Gamba, poi Cardinale Arcivescovo di Torino, il 27 dicembre 1908, lo ordinò sacerdote. A Fara Novarese, nell’arco di tempo 1909-1911, De Giuli, svolse la funzione di coadiutore. In questi anni portò a frutto i suoi studi teologici laureandosi in S. Teologia a Torino. In seguito, sempre come coadiutore, si trasferì a Romentino, un borgo a un tiro di sasso da Novara che, in quegli anni, era assoggettato a un cambiamento sociale e politico e ad un passaggio da un’economia agricola ad una industriale. Nel 1913 ottenne l’assegnazione della parrocchia di Vacciago ove trovasi, nelle vicinanze, il Santuario Madonna della Bocciola che s'innalza sui i colli ad oriente del lago d'Orta. Qui, a Vacciago, prestò servizio in qualità di insegnante nel Seminario di Arona fino al 1925.
Il 25 maggio del 1915, a seguito dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, venne richiamato alle armi. Nel corso del conflitto De Giuli venne nominato Caporale nell’ospedale da campo 010, poi Cappellano sul treno attrezzato 39. Fu poi collocato in linea fra le truppe combattenti al 4° Reggimento Artiglieria di Campagna. “Compì la sua pietosa missione con serena coscienza, alta fede e profondo sentimento del dovere. Incurante del violento bombardamento nemico, accorse sempre con risolutezza dove infieriva la lotta, per assistere, confortare e trasportare feriti”. Con questa motivazione “Don Rafa”, così era chiamato dai suoi soldati, ottenne la Medaglia di bronzo al valor militare. De Giuli visse le due esperienze di caporetto e le gloriose tragiche giornate del 14-25 luglio sui campi di Bligny in Francia. A seguito di un ulteriore semestre trascorso in Belgio, il Nostro, fece ritorno in patria col 4° Artiglieria. Arrivò a Vacciago il 25 maggio 1919. Una delle date importanti della sua vita è quella del 14 giugno 1925 quando, in qualità di Parroco, fece ingresso a Domodossola ove mostrò amorevole e instancabile impegno pastorale. Il suo attivismo pastorale si distinse, fra l’altro, col XII Convegno Eucaristico Diocesano nella prima decade di maggio 1931, con la realizzazione dell’Oratorio festivo in Via Montegrappa, ove ha sede l’Azione Cattolica. Segue una ulteriore tappa pastorale di significativo rilievo per De Giuli. Correva l’anno 1936, quando il 17 giugno, ottenne la nomina di Vescovo di Capaccio-Vallo da Papa Pio XI.

De Giuli fu l’ultimo fra i Vescovi della Diocesi “Caputaquensis et Vallensis” e primo Pastore della Diocesi di Vallo. La denominazione “Capaccio-Vallo” restò fino al 1945, un anno prima del trasferimento di De Giuli. Nel 1945 assunse il nome “Diocesi di Vallo”. De Giuli svolse il suo ministero episcopale nel Cilento a cavallo fra l’estinzione della prima e l’inizio della nuova denominazione della Diocesi. Il 10 giugno 1936 fu eletto Vescovo. Ottenne la Consacrazione il 30 agosto a Domodossola e giunse in Diocesi il 4 novembre dello stesso anno. Il 24 novembre del 1945, come riferito, la Diocesi di Capaccio-Vallo assunse definitivamente la denominazione “Vallen(sis) in Lucania” Il primo Vescovo di Vallo, dunque, fu Mons. Raffaele De Giuli. Questi si distinse per la sua grande umiltà e per lo sconfinato amore per i bisognosi. A Vallo trascorse un decennio della sua vita, fu Vescovo dal 1936 al 1946. Mostrò costantemente vicinanza al popolo di Dio nella terra del Cilento. Il suo ministero episcopale a Vallo lo vide coinvolto nelle consuete e faticose Visite Pastorali in 104 Parrocchie. Si impegnò in oltre trenta missioni al popolo, predicate da solo o col sostegno di un paio di presbiteri. Tenne due Congressi Eucaristici Diocesani, ad Agropoli e ad Albanella. Il suo impegno pastorale in Diocesi si distinse nell’azione caritatevole, tradotta in fattivo aiuto materiale e morale ai profughi e ai soldati dispersi a seguito dell’armistizio. Si mostrò sensibile anche nei confronti degli ebrei perseguitati offrendo il conforto e una sicura dimora. Lasciò la Chiesa del Cilento, a seguito della nomina di Papa Pio XII. Il Pontefice volle trasferirlo nella Diocesi di Albenga il 23 giugno 1946. Ad Albenga il Vescovo continuò a farsi notare per la sua preziosa opera pastorale. Volle dotare quella Diocesi delle necessarie opere materiali, favorendo l’edificazione di varie chiese e affrontò diverse problematiche sociali e del lavoro. Dall’11 ottobre all’8 dicembre 1962 prese parte a tutte le sedute del Concilio Ecumenico Vaticano II. Morì il 18 aprile 1963, a seguito di una trombosi cerebrale. Seguirono i funerali solenni ad Albenga, presieduti dal Cardinale Siri. Le sue spoglie riposano a Domodossola, nella tomba di famiglia, vicino a quelle dei suoi genitori.
De Giuli, più volte nel corso della sua vita, è tornato in diversi luoghi a lui cari. Sovente non mancava la sua sosta a Luzzogno ove sorge il Santuario della Colletta, sulle balze valstornesi che gli diedero i natali e lo videro crescere nella Grazia. Al suo paese d’origine restò fortemente legato. Oggi i suoi compaesani, se pure espressione della nuova generazione, hanno raccolto il buon ricordo di De Giuli dai propri genitori. E’ comunemente nota a Luzzogno la sua estrema bontà e semplicità di Pastore d’anime. Qui il presule volle costruire per i bambini del borgo l’asilo parrocchiale. Il suo stemma episcopale si distingue con il motto: “ ut raphael medicina dei”. Lo stesso stemma, fra le altre rappresentazioni, distingue il Santuario della Colletta a cui era molto legato. In diverse località oggi restano targhe commemorative e lapidi a ricordo di De Giuli. Vallo della Lucania gli ha dedicato una Via nel centro cittadino.
Il 24 aprile del 2013, a Domodossola, in occasione dei cinquant’anni dalla morte di Mons. De Giuli, (arciprete di Domodossola dal 1925 al 1936), è stata celebrata in suffragio la Santa Messa nella chiesa collegiata. Il Vescovo Brambilla ha presieduto la celebrazione. “E’ stato un pastore di altri tempi, ha detto, e portando il nome dell’Arcangelo Raffaele, anche Mons. De Giuli ha portato la medicina di Dio. Il nome Raffaele vuol dire, infatti, ha ricordato il presule, “medicina di Dio”. Questi Vescovi, ha detto, ci aiutano a comprendere il cuore del messaggio cristiano”.
A seguito del trasferimento di De Giuli dalla Diocesi di Vallo, Mons. Domenico Savarese, fu nominato nuovo Vescovo della Chiesa del Cilento nel 1947. Questi restò alla guida della Diocesi di Vallo per soli otto anni.
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