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AGROPOLI IMPARARE DAL PASSATO

PRESENTAZIONE DEL TESTO “CAPRE, CAVOLI E SALSICCE: LE RISORSE ECONOMICHE DELLA LUCANIA ROMANA”

📅 lunedì 28 maggio 2018 · 📰 LibriAgropoli

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foto autoredi Marisa Russo | Blog

Nell’Aula Consiliare del Comune di Agropoli, introdotta dal Sindaco Adamo Coppola, dal Presidente della Commissione Cultura Comunale Francesco Crispino e dall’Editore Nunzio Mastrolia, l’autore Fernando La Greca ha presentato il suo libro “CAPRE, CAVOLI E SALSICCE: LE RISORSE ECONOMICHE DELLA LUCANIA ROMANA”, molto interessante non solo dal punto di vista storico ma come attuale insegnamento per una coltivazione, allevamento ed alimentazione salutare da recuperare.

Molto apprezzati e diffusi nel nostro territorio, quando era lucania romana, i vini prodotti in particolare in alta collina e montagna, dove il clima era più freddo.

L’uva veniva premuta con i piedi sulla pietra nei così detti “palmenti”, così che venivano meglio spremute le bucce, cosa con i mezzi attuali non raggiunta.

Di particolare pregio il vino alle rose, il rosatum

Con l’uso di una particolare coltivazione sinergica, le rose venivano piantate tra rovi, sviluppandosi così con particolare profumo ed intensità di colore rosso.

Usi persi, trascurate tali tradizioni! La Greca richiama anche ad una Toponomastica che li ricordi: a Capri esiste una via dedicata alle rose, perchè non intestarla anche a Paestum in cui tanto valore ebbe questo fiore, scolpito anche sul Tempio, legato al mito delle Sirene, poiché si diceva queste riposassero in roseti?

Importante anche la sinergia un tempo esistente tra vari paesi del territorio, ad esempio tra Paestum, dedicata all’agricoltura per i tanti terreni fertili, e Velia, sul mare, dedita alla pesca.

Avevano imparato come coltivare il cocomero anche di inverno, in particolari contenitori, per la richiesta dell’imperatore Tiberio ogni mattina di una fetta di cocomero a Capri.

Le salsicce di un tempo avevano sapori eccellenti per la carne di maiali che erano portati al pascolo sotto le querce e poi anche nelle loro stalle avevano spazi all’aperto per muoversi quindi producendo carni di buona qualità, di cui i due terzi per le salsicce doveva essere magra ed unita ad erbe aromatiche che ne esaltavano il sapore ed il beneficio salutare, uniche conservanti e vere antiossidanti.

Diffuso era l’allevamento delle capre ben conoscendo i poteri del loro latte. Non a caso la mitologia narrava che il forte Giove era stato allattato con latte di capra!.

L’autore ha proiettato varie immagini, tra cui anche il Murale di Piano Vetrale che richiama alla mungitura delle capre, pur non nominando nè l’autore, Mauro Trotta, né l’autrice del Progetto.

Molto abbiamo da recuperare dallo stile di vita, dall’agricoltura, dalla pastorizia di un tempo, in particolare in un territorio Parco Nazionale sarebbe importante proporre alternative salutari ed economiche sempre più richieste.

Grazie allo scrittore, professore Fernando La Greca, per questo interessante e propositivo testo che non è solo un documento storico sul passato, ma una proposta per il presente ed il futuro.

libro fernando la greca

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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