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“Innamorati e vivi”, la Chiesa del Cilento oggi celebra la XXVIII Giornata di Preghiera e Digiuno in Memoria dei Missionari Martiri

📅 martedì 24 marzo 2020 · 📰 CulturaCilento

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foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

Oggi si celebra la XXVIII Giornata di Preghiera e Digiuno in Memoria dei Missionari Martiri. Frase concettosa e sintetica della giornata è “Innamorati e vivi”. Lo slogan indica due significati rilevanti sia coloro che ardenti di amore per Dio hanno investito se stessi per gli altri, sia l’eredità che i martiri hanno ricevuto dal Signore trasmettendola ad oggi.

Quest’anno la giornata, precisa l’Ufficio diocesano per la Pastorale Missionaria della Chiesa del Cilento, avrebbe avuto una particolare solennità, ricorrendo i quarant’anni dalla morte di Sant’Oscar Arnulfo Romero, trucidato a San Salvador nel 1980 mentre celebrava l’Eucaristia, ma i noti motivi di natura sanitaria hanno portato ad annullare numerose iniziative in programma. Nonostante ciò si mantiene viva la spiritualità legata a questo appuntamento, vivendolo nella preghiera personale e invitando, come possibile, i fedeli a fare altrettanto con una Veglia di Preghiera che sarà trasmessa tramite Facebook, martedì 24 marzo alle ore 17.00 sulla pagina MISSIO GIOVANI. “In questi giorni, è vero, sostiene Don Olgierd Nyc, incaricato presso l’Ufficio diocesano per la Pastorale Missionaria della Diocesi di Vallo della Lucania, l’attenzione di tutti è rivolta alle notizie drammatiche del Coronavirus, ma è ugualmente importante mettere al centro della nostra preghiera i missionari che testimoniano la loro fede in tutto il mondo. Proprio la prova durissima che stiamo vivendo ci fa capire quanto davvero il mondo sia un’unica casa di tutti, che la malattia annulla le distanze tra Paesi lontani; ma questo dovrebbe valere anche per tante altre ferite e ingiustizie che attraversano il pianeta e spesso diventano causa di persecuzione per i nostri fratelli in Cristo. Nel 2019 sono stati uccisi, nel mondo, 29 missionari, per la maggior parte sacerdoti.

I missionari martiri, poi, dicono una cosa molto importante: rivelano che la risposta più potente al male è il coraggio di chi sceglie di donare agli altri la propria vita senza riserve. È quanto stanno facendo in questi giorni i medici e il personale sanitario che mettono a repentaglio la loro salute per curare gli ammalati: ricordiamo anche loro durante i vari appuntamenti di preghiera.


Ci sono, poi, tanti altri missionari in prima linea di fronte ad altri “virus” non meno insidiosi: il fondamentalismo religioso, il miraggio della ricchezza facile, la sete sfrenata di materie prime che in tanti angoli del mondo calpesta i diritti dei più poveri. Anche questi “virus” continuano a uccidere”. A causa della pandemia di Covid-19, i sacerdoti deceduti sono più di trenta in Italia.

innamorati e vivi


Un esempio recentissimo di ardente amore per Dio, in modo eccezionale, nella entità dell’operato socio pastorale secolare, diverso tipo di missione, è quello di un sacerdote speciale. Si tratta di Don Giuseppe Berardelli, affetto da coronavirus. Don Giuseppe ha rinunciato al respiratore di cui aveva bisogno. Lo stesso respiratore gli era stato donato dalla comunità parrocchiale. Don Giuseppe, nella sua acuta sofferenza, ne ha disposto l’utilizzo a favore di una persona più giovane in difficoltà. Un gesto che gli è costato la vita e che resta esemplare. La santità, come ricorda Papa Francesco è una chiamata che riguarda tutti e ci coinvolge nelle piccole e grandi cose della nostra quotidianità. Nell'esortazione apostolica «Gaudete et Exsultate» il Papa indica nelle Beatitudini la carta d'identità del cristiano. I santi non sono supereroi, ma semplicemente innamorati di Cristo e del prossimo.

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