Lo studio dell’Educazione civica al “Vico-De Vivo” di Agropoli
di Emilio La Greca Romano | BlogMentre si prefigurano nello scenario nazionale, in questo momento di paura, ulteriori strette anche nella scuola con nuovi turni e più lezioni on line, a seguito della infrazione della soglia psicologica dei diecimila positivi Coronavirus, si vuole esorcizzare questo quadro allarmante con forme di arroccamento di normalità. L'Educazione civica, disciplina di nuovo ingresso, meritava una iniziazione, in una scuola, senza rischi straordinari, distante dalla prefigurazione della chiusura e dal baratro. A seguito dell’emanazione delle linee guida, dal 14 settembre u.s., è stato dato il via all’insegnamento dell’Educazione civica in tutte le scuole italiane. Si studierà Educazione civica nella scuola di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale. L’insegnamento risulta obbligatorio in ogni grado dell’istruzione e sarà impartito con modalità trasversale. A partire da questo anno scolastico, avrà un proprio voto o giudizio per le scuole primaria e dell’ infanzia. A questa disciplina saranno dedicate almeno 33 ore annue. La didattica dell’insegnamento ruoterà intorno a tre assi: lo studio della Costituzione, lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale. Vediamo concretamente come questo insegnamento è calato nella contestualità scolastica. Risponde, a tal fine, alle nostre domande la Dirigente Scolastica dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Vico-De Vivo” di Agropoli.
Sono state fornite indicazioni per la progettazione dei percorsi di studio dell’educazione civica da parte dei consigli di classe?
“A partire dall’anno scolastico corrente, è obbligatorio prevedere, in tutte le classi di ciascun indirizzo di studio, anche del corso serale, l’insegnamento dell’educazione civica, per almeno 33 ore. È dunque necessario che in ogni consiglio di classe si proceda ad organizzare l’attività didattica complessiva, in modo funzionale all’inserimento di detto insegnamento, agendo sulla quota dell’autonomia disciplinare, corrispondente al 20% dell’intero monte ore di ogni singola materia. Nei Consigli di Classe di ottobre, in fase di programmazione annuale della classe, i docenti, coordinati dal coordinatore della classe e dal coordinatore dell’educazione civica, procederanno ad individuare le discipline da coinvolgere nell’insegnamento, e a stabilire la quota oraria che ciascuna disciplina deve destinare allo studio dell’educazione civica, per un ammontare complessivo di almeno 33 ore annuali”.
Nello specifico, in che modo si procederà? Preside, facciamo un primo caso. Consideriamo l’insegnamento della disciplina in una classe che già prevede, nel quadro orario settimanale, l’insegnamento di Diritto. Quali sono le indicazioni didattiche?
“L’insegnante di diritto, contitolare della classe, assume il ruolo di coordinatore dell’educazione civica, e quindi assolve il compito di coordinare tutti i docenti della classe coinvolti direttamente nell’insegnamento. Lo stesso destinerà una frazione del 20% del monte orario della disciplina DIRITTO, allo sviluppo di una o più tematiche dei nuclei fondamentali. Il cdc procederà ad individuare altri docenti cui affidare lo sviluppo di altri moduli per l’educazione civica. Per ogni disciplina individuata, è necessario stabilire il monte ore che ciascuna di esse deve destinare alla Educazione civica, nell’ambito del 20% dell’autonomia disciplinare. È necessario, inoltre, fare in modo che, la somma di tutte le quote orarie disciplinari utilizzate per lo sviluppo della disciplina sia pari almeno a 33 ore. Tutti i docenti coinvolti nell’insegnamento della disciplina, devono inserire nella propria programmazione disciplinare, la programmazione dell’educazione civica. Ovviamente, nel verbale della seduta del cdc è necessario riportare la distribuzione delle ore di educazione civica tra le varie discipline coinvolte e, inoltre, le tematiche trattate e le competenze che saranno pertanto sviluppate”.
Dottoressa Pane, consideriamo ora, invece, una diversa situazione con un quadro orario settimanale della classe che non prevede l’insegnamento di DIRITTO.
“L’insegnante di diritto dell’organico dell’Autonomia, inserito nel CdC con atto dirigenziale, prende a far parte a pieno titolo dell’o.c., ed assume il ruolo di coordinatore dell’educazione civica. Assolverà il compito di coordinare tutti i docenti della classe coinvolti direttamente nell’insegnamento. Il cdc procederà innanzitutto a determinare le quote orarie, nell’ambito del 20% dell’autonomia disciplinare, da destinare alla materia. In questo caso, saranno considerate anche le discipline che, non possono essere coinvolte in modo diretto nell’insegnamento dell’Educazione civica. Ciascun docente della classe, coinvolto in modo diretto nell’insegnamento, svilupperà una tematica di tale materia, affine al programma della propria disciplina, utilizzando a tale scopo una frazione della quota oraria del 20%.. È necessario fare in modo che, la somma di tutte le quote orarie disciplinare utilizzate per lo sviluppo dell’educazione civica sia pari almeno a 33 ore”.
I docenti devono inserire quindi nella Programmazione disciplinare anche la Programmazione dell’Educazione civica?
“Si. Tutti i docenti coinvolti nello sviluppo dell’insegnamento, devono inserire nella propria programmazione disciplinare, la programmazione dell’educazione civica (a tal proposito, nel format della programmazione disciplinare per competenza fornito dalla dirigenza, è stata predisposta un’apposita sezione per la progettazione in questione). Ovviamente, nel verbale della seduta del Cdc è necessario riportare la distribuzione delle ore di educazione civica tra le varie discipline coinvolte, le tematiche trattate e le competenze che saranno pertanto sviluppate”.
In merito agli aspetti contenutistici e metodologici della disciplina cosa ci dice?
In che modo si affronta lo studio in riferimento al primo nucleo fondamentale “COSTITUZIONE, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà”?
“In termini di conoscenza, di riflessione sui significati e sugli aspetti pratici di applicazione, facendo comprendere agli allievi che tutte le leggi ordinarie, i regolamenti, le disposizioni organizzative, i comportamenti quotidiani delle organizzazioni e delle persone devono sempre trovare coerenza con la Costituzione. Tutte le altre tematiche che saranno trattate, saranno sempre connesse a questa tematica principale, attraverso lo studio degli articoli della Costituzione correlati”.
Vogliamo spendere qualche parola sullo sviluppo sostenibile, l’educazione ambientale, la conoscenza e la tutela del patrimonio e del territorio?
“Questa tematica può fare riferimento all’Agenda 2030 dell’ONU, che ha fissato 17 obiettivi da perseguire entro il 2030 a salvaguardia della convivenza e dello sviluppo sostenibile. Questi obiettivi riguardano la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali, la costruzione di ambienti di vita e di città sostenibili, la scelta di modi di vivere inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone, primi fra tutti la salute, il benessere psicofisico, la sicurezza alimentare, l’uguaglianza tra soggetti, il lavoro dignitoso, un’istruzione di qualità, la tutela dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità”.
Cosa bisogna intendere per “Cittadinanza digitale”?
“Per Cittadinanza digitale deve intendersi la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali. Lo sviluppo di questa capacità si realizza attraverso l’acquisizione di informazioni e competenze utili a migliorare l’utilizzo di tali mezzi, e attraverso l’acquisizione della consapevolezza dei rischi e delle insidie che l’ambiente digitale comporta”.
E in relazione alla progettazione delle attività didattiche?
“Nel tempo dedicato a questo insegnamento, i docenti, sulla base della programmazione già svolta in seno al Consiglio di classe con la definizione preventiva dei traguardi di competenza e degli obiettivi/risultati di apprendimento, potranno proporre attività didattiche che sviluppino, con sistematicità e progressività, conoscenze e abilità relative ai tre nuclei fondamentali sopra indicati, avvalendosi di unità didattiche di singoli docenti e di unità di apprendimento e moduli interdisciplinari trasversali condivisi da più docenti. Avranno cura, altresì, di definire il tempo impiegato per lo svolgimento di ciascuna azione didattica, al fine di documentare l’assolvimento della quota oraria minima annuale prevista di 33 ore”.
In merito alla valutazione? La Legge dispone che l’insegnamento trasversale dell’Educazione civica sia oggetto delle valutazioni periodiche e finali previste dal DPR 22 giugno 2009, n. 122.
“I criteri di valutazione deliberati dal collegio dei docenti per le singole discipline e già inseriti nel PTOF si applicano anche per la valutazione dell’insegnamento dell’Educazione civica. In sede di scrutinio il docente coordinatore dell’insegnamento formula la proposta di valutazione, espressa ai sensi della normativa vigente, da inserire nel documento di valutazione, acquisendo elementi conoscitivi dai docenti del team o del Consiglio di Classe cui è affidato l’insegnamento dell’educazione civica. Tali elementi conoscitivi sono raccolti dall’intero team e dal Consiglio di Classe nella realizzazione di percorsi interdisciplinari. La valutazione deve essere coerente con le competenze, abilità e conoscenze indicate nella programmazione per l’insegnamento dell’educazione civica e affrontate durante l’attività didattica”.
I docenti della classe e il Consiglio di Classe possono avvalersi di strumenti condivisi, quali rubriche e griglie di osservazione?
“Si, certo. Possono essere applicati ai percorsi interdisciplinari, finalizzati a rendere conto del conseguimento da parte degli alunni delle conoscenze e abilità e del progressivo sviluppo delle competenze previste nella sezione del curricolo dedicata all’educazione civica. Tenuto conto delle tematiche trattate durante lo sviluppo dell’insegnamento, in sede di valutazione del comportamento dell’alunno da parte del Consiglio di classe, si può tenere conto anche delle competenze conseguite nell’ambito del nuovo insegnamento di educazione civica”.
Il voto di educazione civica concorre all’ammissione alla classe successiva?
“Sicuramente, ma anche all’esame di Stato del primo e secondo ciclo di istruzione e, per le classi terze, quarte e quinte degli Istituti secondari di secondo grado, all’attribuzione del credito scolastico”.
La pandemia dal mese di febbraio interessa il mondo intero e non si configura soltanto come crisi sanitaria, economica, ma anche socio-culturale. In questo contesto pandemico si vanno assumendo varie forme di relazione ed emarginazione. Oggi cerchiamo la giusta modalità per affrontare le “povertà”, ma anche per vivere l’esperienza virtuale, per “abitare” il mondo social e agire in termini informativi. Avanti alla richiesta di un’azione finalizzata al bene comune, cerchiamo comportamenti adeguati, risposte giuste alle autorità che formulano istanze di sacrificio. Il Covid però si traduce anche come opportunità individuale e sociale, malgrado tutto. Le criticità pandemiche ci indirizzano anche verso un’azione che spinge verso un insolito esercizio sociale e civile che si colloca come vera questione educativa generale, connessa sicuramente alla Educazione civica in particolare.
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