DPCM, a scuola si torna il 7 gennaio con probabile vaccino. Intanto il Mes spacca il Governo
di Emilio La Greca Romano | BlogCon la Bozza del Dpcm Conte, finalmente si è messo fine al balletto estenuante della data di ritorno a scuola in presenza. Si tratta ormai del 7 gennaio. Si torna a scuola in presenza, in misura del 50%, augurandoci ovviamente che la condizione emergenza Covid19, muti in meglio. La stessa se dovesse cambiare in peggio o rimanere quella che ha condizionato la proroga, cosa nella quale non vogliamo credere, si dovrà pensare a procrastinare l’emergenza e il ritorno in classe. L’ apertura al mondo e la limitata circolazione, nelle prossime feste natalizie, malgrado notevoli restrizioni e il buon senso di ciascuno, non si rappresenteranno, comunque, assolute condizioni di immunità. Ecco come la bozza riferisce in merito: “Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 50 per cento della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza”. Le decisioni del Governo, rappresentato dal Dpcm del premier Conte, resteranno in vigore fino al 15 gennaio. Le norme di restrizione natalizia avranno, invece, una durata temporale, compresa nell’arco dì tempo a partire dal 21 dicembre fino al 6 gennaio. La Bozza del Decreto, in vigore da oggi, dispone quindi il ritorno in classe, in misura del 50%. E mentre il Coronavirus, conta 993 morti nelle ultime 24 ore, dato record da inizio pandemia, i nuovi positivi sono 23.225, con 226.729 tamponi, insorgono gravi preoccupazioni politiche in seno al Governo centrale. Sul Mes l’esecutivo è scisso. Le componenti politiche si sono disgregate. Da una parte il Pd, favorevole ai prestiti dell’Europa, dall’altra il M5S di parere opposto. Si tratta, al momento, di scissioni interne. Conte il 9 dicembre prossimo non avrà i numeri in Parlamento per presentare il Mes. La spaccatura è nel M5S: 42 Deputati e 16 Senatori hanno espresso dissenso. Aria di crisi, dunque, per il premier. Una crisi che potrebbe portare alla formazione di un nuovo Governo. E nemmeno Mattarella potrebbe impedire una imminente crisi.. Il prossimo voto contrario sul Mes sfiducerebbe il premier. Una partita tutta da giocare, prima della conclusione della prima decade di dicembre. Un tiro mancino all’ Europa che spalancherebbe le porte della crisi interna e determinerebbe la formazione di un nuovo Governo con elezioni anticipate, fatto di 600 parlamentari a fronte dei vecchi 915.
Intanto Fantini e di Stasio smentiscono la propria sottoscrizione al documento. De Carlo e e Russo ritirano la firma. Tutto da vedere nei giorni che verranno, in un momento di criticità emergenziale Coronavirus. L’attuale emergenza intanto destina il rientro a scuola a gennaio, con buona pace di Lucia Azzolina. La diffusione del virus ci obbliga a una severa cautela. Ulteriori dinamiche del governo di turno saranno oggetto di attenzione. Resta la necessità, a garanzia della presenza decisiva del Governo, in un momento di grave crisi, di ridurre la fronda insofferente in seno al M5S.
A seguito dell’impennata dei casi infetti, delle morti e di una paventata crisi di Governo, ventate di vero sollievo è quella del Ministro Speranza: “Dopo le parole crude riguardanti i rischi che corriamo se dovessimo abbassare la guardia, vorrei trasmettere adesso un chiaro messaggio di speranza: dopo mesi difficilissimi e giornate che non dimenticheremo mai, il messaggio per gli italiani è di ragionata fiducia. Finalmente dentro la tempesta vediamo un approdo, appare probabile che a partire da gennaio avremo i vaccini (….) Nella campagna di vaccinazione i docenti saranno vaccinati subito dopo gli anziani.
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