Piano Estate, arrivate 5.888 candidature per ottenere i fondi PON. "C'è voglia di ripartire, mettendo i ragazzi al centro"
di Emilio La Greca Romano | BlogLe scuole risultano mosse da un significativo interesse intorno al Piano Estate. Il Piano, nato dall’idea di Bianchi e lanciato a fine aprile scorso, registra oggi ben 5.888candidature da parte delle scuole. Sono tutte scuole orientate ad ottenere i fondi europei, i cosiddetti PON, un finanziamento utile per realizzare molteplici attività. I dati: hanno fatto domanda per ricevere i fondi 5.162 scuole statali, 667 paritarie, 59 Centri di Istruzione per gli adulti.
Sono evidenti, dunque, da parte delle istituzioni scolastiche, segnali di considerevole interesse.
Le scuole hanno fatto richiesta per oltre 400 milioni sui 320 disponibili. Prossima la pubblicazione della graduatoria complessiva delle candidature. “Da parte delle realtà scolastiche c’è stata una partecipazione davvero importante - sottolinea il Ministro Patrizio Bianchi. C’è voglia di ripartire e c’è voglia di farlo mettendo al centro le ragazze e i ragazzi. I fondi europei che abbiamo messo a disposizione in particolare per le aree più fragili del Paese possono essere utilizzati nei prossimi mesi per recuperare la socialità persa a causa dell’emergenza sanitaria, per potenziare competenze, per cominciare a costruire un ponte verso il prossimo anno. Stiamo lavorando intensamente per una scuola post-pandemia, più accogliente, inclusiva, affettuosa. Lavoriamo per un nuovo inizio. E ringrazio tutte le scuole, il personale, per l’impegno che stanno mettendo anche in questo nuovo capitolo”. L’interesse progettuale delle scuole, con specifico interesse al bando PON, è strettamente connesso all’attuazione di moduli di potenziamento linguistico, di rafforzamento delle competenze di base e moduli sul digitale. R. Palermo su “La Tecnica della scuola” propone una varietà di giudizi intorno al Piano Estate. Aderiscono dice poco meno di 6mila scuole. Si domanda se sono tante o poche. Tornano utili, anche a noi, le considerazioni degli esperti. “Il dato riportato dal ministro Bianchi – afferma Raffaele Iosa, ex dirigente tecnico, mi ha colpito perché mi sembra che vada ben al di là delle più rosee aspettative. Complessivamente mi sembra un dato che segna un piccolo cambio di passo pedagogico e sociale, mi pare che si stiano affermando nella scuola ma anche nei territori quelle che io definisco le passioni generose”. Segue l’opinione di Stefano Stefanel, DS dell’istituto Marinelli di Udine: “Va detto che i PON si possono concludere entro il 31 agosto 2022 e quindi non hanno necessariamente molto a che fare con l’estate. Inoltre i soldi dell’art. 31 comma 6 del D.L. del 22 marzo 2021 si possono ‘impegnare’ entro il 31.12.2021 e quindi anche questo non necessariamente devono essere estivi. Peraltro va anche detto che i progetti ai sensi della legge 440 vanno presentati entro il 25 maggio e quindi non sono ancora stati contati. Resta un dato da evidenziare in quanto oltre 2mila scuole non hanno chiesto niente e questo dovrebbe far riflettere un po’ tutti”. Emanuele Contu, dirigente scolastico dell’IS Puecher Olivetti di Rho dettaglia e avverte: “Prima di trarre qualunque conclusione anche solo ipotetica, occorre disporre di diversi elementi: qual è stata la richiesta di finanziamento medio e il numero medio di moduli che ci si è proposti di attivare; qual è la calendarizzazione effettiva dei moduli; quanti sono gli alunni che potranno essere coinvolti (il massimo è 20 a modulo di 30 ore); qual è la distribuzione tra primaria, secondaria primo e secondaria secondo grado. Se devo fare un pronostico l’impatto reale sull’utenza di centri estivi e oratori feriali potrebbe essere limitata”. In conclusione la dichiarazione di Massimo Nutini, ex dirigente di Enti Locali:“In periodo pre-covid le iniziative dei centri estivi erano utilizzate da 5-600 mila ragazzi con un esborso da parte delle famiglie non trascurabile. Se adesso 6mila istituzioni scolastiche realizzassero iniziative che coinvolgono mediamente 50 alunni (e faccio una stima volutamente per difetto) l’offerta di “servizi educativi” per questa estate sarebbe incrementata di 300mila posti per i quali, tra l’altro, molto probabilmente, non ci sarebbe da pagare nessuna retta”.

Intanto il Piano Estate presenta quasi seimila candidature PON. I moduli più richiesti sono potenziamento linguistico e digitale, competenze di Italiano e materie scientifiche.
La prossima settimana sarà pubblicata l’assegnazione delle risorse alle scuole ammesse allo stanziamento PON, che rappresenta solo una parte delle risorse (510 milioni in tutto) stanziate per il Piano Estate: nei giorni scorsi ciascun Istituto scolastico ha ricevuto una parte, 18mila euro in media, delle risorse del primo decreto sostegni per attivare iniziative estive. Si tratta, in tutto, di 150 milioni assegnati a livello nazionale. Terminano poi domani le domande per ulteriori 40 milioni destinati ad aree ad alta dispersione scolastica o caratterizzate da povertà educative.
Il Piano Estate voluto da Bianchi servirà a recuperare socialità e rafforzare gli apprendimenti grazie all’ausilio di laboratori e all’attività musicale, artistica, sportiva, digitale, ai percorsi sulla legalità, sulla sostenibilità e sulla tutela ambientale. La prossima estate servirà per costruire un ponte verso il futuro e il Sud non sarà dimenticato. Le scuole del Sud, le aree fragili, infatti, saranno maggiormente considerati nella destinazione delle risorse. Con riferimento al Piano Estate, una voce dissenziente, fuori dal coro, è quella di Gilda Venezia. Così titola: Piano scuola estate 2021: un mare di soldi sprecati.“Il rischio reale, leggiamo, è che tutte queste risorse siano sprecate per dare l’impressione nell’immaginario collettivo di una scuola che non chiude in estate e che serve per recuperare mediante “rinforzi” le competenze non conseguite nel corso dell’anno scolastico. Attenzione che tutto questo non diventi strutturale! Non possiamo accettare il demansionamento dei docenti a semplici baby sitter e care giver con il rischio che ciò diventi parte integrante dell’orario di servizio ordinario con pericolose forzature a livello contrattuale. Non ci nascondiamo che il bisogno di organizzare il tempo dei figli minorenni durante l’estate sia per molte famiglie una esigenza, ma ciò non deve significare l’allungamento del tempo scuola. In Italia il tempo scuola formale è maggiore di quello erogato da moltissimi paesi dell’UE e dell’occidente. Si abbia il coraggio di finanziare gli enti locali e il territorio, anche con la collaborazione delle Istituzioni scolastiche, per offrire alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi attività extra scolastiche ludico-ricreative o progetti informati sulla socializzazione o il conseguimento di specifiche abilità (musica, teatro, corsi di lingua, sport, ecc.). Con la chiarezza che siano attività che nulla hanno a che fare con la scuola-istituzione”.

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