Con gli ITS l’80% dei giovani occupato entro un anno dal diploma
di Emilio La Greca Romano | BlogUn percorso più breve e meno tortuoso si rappresenta, rispetto all’accademico, quello tracciato dagli Istituti Tecnici Superiori, gli ITS, la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante secondo un sistema consolidato da alcuni anni anche in altri paesi europei.
Si tratta di una opportunità di studi e formazione post diploma. Un indirizzo di studio nato nel 2010. Utile per formare tecnici superiori in aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività in Italia. Non è un ripiego. Non è l’ultima spiaggia! Si tratta di una proposta seria e che funziona. E’ una scuola di alta tecnologia strettamente legate al sistema produttivo che prepara i quadri intermedi specializzati che nelle aziende possono aiutare a governare e sfruttare il potenziale delle soluzioni di Impresa 4.0. In Italia si contano 109 ITS, correlati a 6 aree tecnologiche considerate “strategiche” per lo sviluppo economico e la competitività del Paese (D.P.C.M. 25 gennaio 2008): efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy (servizi alle imprese, sistema agro-alimentare, sistema casa, sistema meccanica, sistema moda), tecnologie dell’informazione e della comunicazione, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – turismo.
L’indirizzo stabilisce azione partecipativa e collaborativa con imprese, università/centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e formativo. La maggior parte degli ITS è localizzato in Lombardia (20); seguono Campania e Sicilia (9); Lazio (8); Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana e Veneto con 7 ITS; Puglia con 6 ITS; Calabria e Abruzzo con 5 ITS; Marche, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Sardegna con 4 ITS; una sola Fondazione è presente in Molise, Umbria e Basilicata. Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia sono le regioni ad avere almeno una Fondazione ITS in tutte le aree tecnologiche.
I percorsi hanno una durata biennale o triennale (4/6 semestri – per un totale di 1800/2000 ore). Lo stage è obbligatorio per il 30% delle ore complessive e almeno il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro. L’esperienza lavorativa in azienda può essere svolta con contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca. I percorsi si concludono con verifiche finali, condotte da commissioni d’esame costituite da rappresentanti della scuola, dell’università, della formazione professionale ed esperti del mondo del lavoro. Gli ITS consentono di acquisire un Diploma Tecnico Superiore con la certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche (European Qualification Framework). Per favorire la circolazione in ambito nazionale ed europeo, il titolo è corre¬dato dall’EUROPASS diploma supplement. Recentemente è stato realizzato un monitoraggio da INDIRE su incarico del Ministero dell’Istruzione. L’azione è finalizzata al riscontro dell’analisi degli esiti occupazionali a dodici mesi dal diploma delle studentesse e degli studenti che hanno concluso i percorsi presso gli ITS fra il primo gennaio e il 31 dicembre 2019. La rilevazione si è concentrata sull’analisi dei 201 percorsi oggetto di monitoraggio perché terminati nel 2019, erogati da 83 Fondazioni ITS su 104 costituite al 31 dicembre 2019 con 5.097 studenti e 3.761 diplomati. L’80% dei diplomati trova lavoro entro un anno. “A dieci anni dalla sua nascita, il sistema degli Istituti Tecnici Superiori continua a dimostrare la sua piena efficacia in termini di occupazione, afferma Patrizio Bianchi. Questi dati ci dicono, però, che possiamo fare di più ed è l’obiettivo della riforma alla quale stiamo lavorando e che presenteremo a breve.
È il momento di uscire definitivamente dalla fase sperimentale e creare una rete nazionale in grado di valorizzare le specificità territoriali. Una rete che renda questa scelta più attrattiva per i giovani e per le loro famiglie. Gli ITS devono essere percepiti sempre di più come parte integrante del sistema nazionale di istruzione terziaria, con una loro autonomia e una loro più forte caratterizzazione nell’ambito dei cicli di studio”. “Il loro rilancio, al centro anche del nostro Pnrr, è un punto qualificante della strategia del Paese per uscire da stagnazione e bassa crescita e innalzare i livelli di studio”. Dopo il pensiero del Ministro Bianchi, quello di Giovanni Biondi, Presidente INDIRE: “Gli ITS propongono un’offerta strettamente integrata con il mondo economico e produttivo valorizzando tanto il capitale umano quanto il sistema produttivo nazionale e dei territori. Come evidenzia anche il monitoraggio, gli ITS confermano, nonostante la pandemia, la forza sul piano dell’occupabilità, della formazione e dal punto di vista sociale. Ciò è possibile grazie a un modello dinamico caratterizzato da una flessibilità organizzativa e didattica, da una rete di governance costruita insieme alle imprese, dalla capacità di intercettare l’innovazione, in particolare sul fronte dell’uso delle tecnologie abilitanti proprie al piano Industria 4.0, dalla coerente ricerca sulle metodologie di apprendimento e di acquisizione di competenze per i nuovi lavori”. Formazione e titolo rilasciato dagli ITS sono spendibili in diverse filiere; ogni diploma corrisponde a figure nazionali, a piani di studio definiti con le imprese e a competenze sviluppate nei luoghi di lavoro. I percorsi settoriali proposti dagli ITS interessano realtà tecnologiche d’avanguardia per le quali conviene impegnarsi e dalle quali è già possibile trarre vantaggio. Dire ITS vuol dire concretezza di risposta alla domanda sociale e garanzia di occupabilità certa.







