Menu
Cerca Effettua una ricerca

📰 Categorie

📍 Località

A CHE SERVONO QUESTI QUATTRINI?

VALLO DELLA LUCANIA TEATRO LA PROVVIDENZA
MERCOLEDI’ 11 GENNAIO ore 2O,45

📅 lunedì 9 gennaio 2023 · 📰 Spettacoli-EventiVallo della Lucania

09012023 money
Credits Foto

foto autoredi Marisa Russo | Blog

Dopo le festività Natalizie, in cui spesso c'è stato uno sperpero di denaro per acquisti inutili, il Direttore Artistico del Teatro La PROVVIDENZA Don Valeriano Pomari, ci propone, pur se in modo divertente, un interessante interrogativo: "A che servono questi quattrini”.

E' una commedia di Armando Curcio, nato a Napoli nel 19OO, commediografo, editore e giornalista. Quale umorista collaborò con Edoardo De Filippo. Ottenne il massimo del successo con questa commedia messa in scena per la prima volta nel 1940 a Roma nel Teatro Quirino dalla compagnia dei De Filippo con grande coinvolgimento di pubblico.

E’ una domanda che fa molto pensare e le cui risposte tra economia, etica e filosofia di vita sono complesse, ma certamente spingerebbero ad una revisione del divulgante concetto diffuso che rende il denaro il principale obiettivo. La commedia, pur stimolando qualche riflessione, ha lo scopo di divertire mostrando anche l’errore di una visione più rara di rinnegare il valore del denaro. "In medio stat virtus"!

L’Italia di lì a poco sarebbe entrata nel conflitto della II Guerra Mondiale ed il mondo post-capitalistico dell’alta finanza era di là da venire ma l’argomento, così esplicitamente indicato nel titolo, stuzzicò la curiosità del pubblico di allora tanto che, pochi anni dopo, nel 1942, la commedia venne trasposta sugli schermi cinematografici per la regia di Esodo Pratelli con Eduardo e Peppino De Filippo protagonisti e con, tra gli altri, Clelia Matania e Paolo Stoppa.

La vicenda ruota intorno al Marchese Parascandolo detto il Professore che, per dimostrare le sue teorie socratiche, bizzarre e controcorrente, ordisce un piano comicamente paradossale che svela l’inutilità del possesso del denaro.

Il protagonista immaginato da Amando Curcio, a metà strada tra un filosofo stoico e un astuto truffatore, non voleva, né poteva, mirare al bersaglio della Grande Economia ma certo l’ordito della sua trama e delle sue paradossali speculazioni sollecitano anche in noi uno sguardo critico sugli inganni della corsa ai quattrini!

Il marchese Eduardo Parascandolo, dopo aver dilapidato tutti i suoi averi per non essersi interessato delle proprie finanze, trascorre il tempo professando ad alcuni giovani (a cui si rivolge loro come discepoli, citando a modo suo Socrate, Platone e Diogene) la sua filosofia di vita, secondo la quale il denaro è inutile ed è una sorta di malattia che affligge l'umanità; inoltre gli uomini non dovrebbero lavorare ma dedicarsi alla contemplazione ed al riposo.

Vincenzino Esposito è un povero falegname che vive assieme alla zia Carmela ed è innamorato di Rachelina, sorella di Ferdinando De Rosa, proprietario di un pastificio, che è contrario al fidanzamento tra i due. Il Marchese offre tutto il suo appoggio, dando il suo sostegno speculativo, a Vincenzino, ricco solo del suo entusiasmo e della sua ingenuità, e lo aiuta a capovolgere il suo destino di ultimo, accompagnandolo in una rapidissima ascesa sociale.

Con la collaborazione di Michele, suo fedele servitore, organizza una messinscena grazie alla quale fa credere a tutti che Vincenzino abbia ereditato una cospicua somma di denaro; tutto ciò servirà non solo per farlo fidanzare con Rachelina, ma per ribadirgli il concetto che non è fondamentale possedere grandi ricchezze per poter vivere. Nel frattempo, pur essendo rientrato in possesso dei propri beni, il marchese li rigetta e preferisce abitare all'interno di una soffitta.

I temi dell’inutilità del denaro e della dannosità del lavoro, calati nella realtà di due famiglie napoletane degli anni ’40, una poverissima l’altra in apparenza arricchita, riescono, sul filo del paradosso, a divertirci.

Con la regia di ANDREA RENZI, recitano Nello Mascia, Valerio Santoro, Salvatore Caruso, Loredana Giordano, Fabrizio La Marca ed Ivano Schiavi, scene Luigi Ferrigno, costumi Ortensia De Francesco, luci Antonio Molinaro.

L’Attore protagonista è Nello Mascia della provincia di Salerno, di Sala Consilina, maturo poliedrico attore che sostituisce il cinquantenne napoletano Gennaro Esposito attore che definirei caratterista, con una sua definita personalità recitativa.

La sostituzione ci lascia perplessi per la notevole diversità degli attori. Importante intanto la dichiarazione di Mascia delle preoccupazioni sulla crisi del Teatro sempre meno frequentato, molto sostituito dalla televisione. "Il Teatro deve essere considerato un attività politica, ha affermato, una rivoluzione civile, perché ribalta l’attuale tendenza ad un eccessivo individualismo. Il Teatro consente di stabilire una connessione autentica tra le persone, a differenza da quella virtuale a cui siamo ormai abituati".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BLOG di Marisa Russo - La pagina corrente è autogestita

Cilento Notizie su GNews
Leggi il nostro regolamento dei commenti prima di commentare.