IL TEMPO E’ GALANTUOMO
di Paolo Abbate | BlogTra giovedi e venerdi è crollata una bella fetta di volta dell’ex cementificio di Sapri, rischiando di fare una carneficina dei Rom accampati nell’area.
Carabinieri, polizia municipale, pompieri tutti accorsi sul posto a verificare il fatto “eccezionale”.

Quando fu iniziata la costruzione, cioè circa 50 anni fa, non era ancora cominciato ad essere usato l’acciaio inossidabile per l’armatura del calcestruzzo. Tale materiale è sensibilmente più costoso dell'acciaio "nero" (semplice lega di ferro e carbonio), ma non si arrugginisce con facilità.
Insomma , dopo 50 anni l’ex cementificio comincia a sgretolarsi, ma l’evento non era previsto dagli amministratori. Ecco perché nei programmi delle due liste che si affronteranno il 6-7 maggio, dopo diversi mesi di commissariamento, non è fatto un esplicito accenno di cosa farne di quell’ecomostro ingombrante.
Abbatterlo costerebbe troppo perché di proprietà privata. “Riciclarlo”come albergo o piccoli appartamenti per vacanze, o come sede di attività sociali e sportive - tutte proposte più volte avanzate - è meglio non farne esplicito cenno perché apparirebbero come promesse, dichiarazioni d’intenti difficilmente da realizzare. Gli ecologisti erano per l’abbattimento e la rinaturalizzazione dell’area, ma rappresentavano una proposta poco redditizia.
Adesso con il crollo è subentrato improvvisamente un problema di incolumità pubblica, cioè un guaio serio per il proprietario che ha speculato su questa presenza ingombrante per Sapri, e pertanto sta correndo a chiedere una perizia tecnica per decidere il da farsi.
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