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mercoledì 22 agosto 2012
foto autoredi | Blog
CilentoNotizie su GNews

Qualcuno sicuramente ricorderà “l’ostello della gioventù” nella Valle del Mingardo. Era un edificio a 3 piani risalente agli anni Cinquanta, riservato al personale delle FFSS. Infatti la stazione di Celle di Bulgheria è proprio là sotto.

Siamo nel Parco nazionale e il comune di Celle pensò bene di sfruttare questo brutto edificio ormai abbandonato per rilanciare l’economia del territorio. Cosa migliore di un ostello per la gioventù?

Decine di giovani sarebbero arrivati approfittando del treno per visitare le bellezze del territorio, che tra l’altro esistono, ma non certo per attirare turisti in quantità. Quello che attira è il mare, dall’ostello tuttavia lontano.

La storia comincia nel 2005 quando il comune di Celle decide di realizzare quell’ambizioso progetto pilota, redatto nel 1987 con Parco e provincia, riguardante il Monte Bulgheria e l’area del Medio Mingardo, finanziato dai POR Campania 2000-2006.

Di questa faccenda ce ne siamo occupati nell’ottobre dell’anno passato. Pertanto riportiamo alcuni brani di quell’articolo, perché niente è cambiato.

“I fondi c’erano e quindi partirono tutte le procedure previste. Essendo in area protetta del parco nazionale erano richiesti pareri favorevoli del parco stesso, della soprintendenza di Salerno e Avellino, dei Vigili del fuoco. Tutti favorevoli naturalmente.

I lavori partono nel 2008 con progetto firmato da ingegnere e architetto del comune in data luglio dello stesso anno per l’importo di 1110 euro a metro quadrato: un bel risparmio se si pensa che il costo medio di un mq sul territorio nazionale si aggira sui 1300 circa.

Sarà un albergo, si legge nel progetto esecutivo , a 3 stelle, a tre piani (ma se ne contano quattro!) più un quinto adibito a caffetteria, con 48 posti letto in camere con bagno. Costo previsto 50 euro a pernottamento se si vuole ammortizzare le spese in 6/8 anni.”

L’amministrazione è così sicura della realizzazione dell’opera che si vende la pelle dell’orso, come suol dirsi, prima di ucciderlo.

Un bell’ostello della gioventù insomma, tutto arancione (coloro aragosta appena scottata) che si vede spiccare nella valle a chilometri di distanza. Ai tempi miei, detto tra parentesi, l'ostello prevedeva letti a castello, bagni in comune, angoli cottura per cucinare e tante piacevoli conoscenze. Ma erano altri tempi.

“I direttori dei lavori – del comune, lo ricordiamo - dichiarano nel progetto che il completamento dei lavori sarà “entro e non oltre il 30 settembre 2008”. Il sindaco tuttavia si tiene più largo: “l’opera sarà con certezza completata entro l’anno prossimo ”, cioè nel 2009”.

Siamo ad agosto 2012 e abbiamo visitato di nuovo l’ostello definito “fantasma” nell’articolo citato dell’anno passato. Qualche cosa di nuovo è stata aggiunto. Si osservano pensiline esterne e grossi macchinari adagiati in un angolo (forse caldaie), costati l’ira di dio ma abbandonati all’aperto in una struttura senza protezione alcuna. Incompetenza, superficialità, disprezzo del bene pubblico? Forse tutto ciò.




Allora furono realizzate attrezzature sportive composte da pannelli solari, due campi da tennis, altrettanti campi da bocce, elegante spogliatoio in pietra: rimasti naturalmente incompiuti. Adesso sono in completo degrado, come tutta l’area.

Questo edificio, pugno nell’occhio al paesaggio, che la Soprintendenza e Parco hanno autorizzato, fa coppia con quell’altro ecomostro (sequestrato dalla procura) sulla rupe del Mingardo, costruito sempre da Parco e Regione, comune di Centola, Comunità montana con i soldi della Unione europea.

Ci troviamo forse davanti al sogno di un sindaco di passare alla storia? A interessi privati? A scambio di voti? Forse a un po’ di tutto questo.

Comunque sia, siamo dinanzi a l’ennesimo spreco di soldi pubblici. “E io pago!”, direbbe Totò.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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