Era molto tempo che mancavo dalla Cala del Cefalo, posto meraviglioso del Parco nazionale. Volevo fare il bagno e provare i prodotti tipici che servono (si dice) nei posti ristoro dei lidi balneari. Freselle con pomodorini locali, frullati di frutta di stagione e altro, tutti prodotti tipici cilentani e a “chilometro zero”, invece dei prodotti confezionati.
Ma, ohibò, mi sono visto interdire l’entrata al lido, “Tu non puoi entrare” era scritto all’ingresso. Non io naturalmente ma il mio piccolo cane Bibò.
Ad onor del vero tutti sono al corrente (anch’io) che esiste nei mesi estive una ordinanza della Capitaneria di Porto che vieta ai nostri amici di entrare, anche al guinzaglio, sulla spiaggia. In un certo senso è giusto perché non è piacevole pestare un bisognino di cane nascosto tra la sabbia o sdraiarcisi sopra per prendere il sole.
Ma anche gli animali non umani hanno il bisogno di farla da qualche parte. Si dovrebbe prescrivere al “padrone” di portarsi il necessario per raccogliere il bisognino come si fa in città. Così dovrebbe essere in una località balneare civile, Patrimonio dell’Unesco, Mab eccetera, perché è difficile lasciare il proprio amico a quattro zampe in casa solo per una giornata.
Questo divieto assurdo alimenta, a parer mio, gli abbandoni dei cani nel periodo estivo.
Comunque, ho rinunciato a degustare i prodotti tipici e mi sono recato in un fazzoletto di spiaggia libera, tra un lido e l’altro. Questi lembi lasciati liberi si contano sulle dita. Non si doveva ogni due lidi lasciare un congruo spazio per chi non vuole o non può pagare?
L’avventura mia e di Bibò non è però finita qui, perché un signore a mollo mi ha subito rimproverato, minacciando di chiamare la vicina Capitaneria, per la presenza del mio amico nell’acqua. Io non ho voluto insultare il signore: ho solo fatto presente che la sua pipì, che senza dubbio aveva fatto in acqua, inquina molto di più. I cani non fanno “plin plin” nell’acqua perché non possono alzare la gambetta o accucciarsi. I bagnanti umani invece che sguazzano, giocano, strillano in agosto quante pipì faranno sicuramente nell’acqua.
Io almeno la faccio per consuetudine. Quel freschetto del mare e la tanta acqua bevuta per il caldo – te lo ordina il medico – te la chiama.
Morale: l’uomo non può considerarsi padrone dell’universo, Anche gli altri esseri viventi hanno i loro diritti anche se la Bibbia, che fa comunque testo, comanda ad Adamo (Genesi 2,5) dopo averlo creato: “riempite la terra, soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”. Più avanti addirittura dice a Noè: ”il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame (eccetera)”.
Il cane però non esisteva ancora quale amico dell’uomo.