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Difendere l’agricoltura dalla cementificazione

📅 lunedì 17 settembre 2012 · 📰 AmbienteCilento

politiche agricole art abbate 17092012
Credits Foto OpEd

foto autoredi Paolo Abbate | Blog

A Roma il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (nel dossier Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione) denuncia la scomparsa di 5 milioni di ettari di superficie agricola, nella provincia di Salerno invece l’assessore all’Agricoltura Miano apre un convegno a Palazzo Sant’Agostino dichiarando che “è necessario fare sintesi intorno all’idea di un polo didattico di eccellenza in grado di fornire le professionalità più adeguate al settore agroalimentare. Prioritaria a tale scopo, dunque, l’unione tra enti locali, forze politiche, università, associazioni di categoria, operatori scolastici, studenti”. Tutti insieme a promuovere l’agricoltura, mettendo, a me pare, il carro davanti ai buoi.

Difatti si dimentica che in tutta Italia - la provincia di Salerno non fa eccezione - dagli anni Settanta la superficie, che comprende seminativi, orti familiari, arboreti e colture permanenti, prati e pascoli, è diminuita del 28%. Infatti, Tra il 1971 e il 2010 è passata da quasi 18 milioni di ettari a poco meno di 13: una superficie pari a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna messe insieme (rilevato da Inea, Ispra e Istat).



In pratica l’Italia ha un deficit di suolo agricolo di quasi 49 milioni di ettari: per coprire i consumi della propria popolazione avrebbe bisogno di 61 milioni di ettari di terreno agricolo utilizzato, mentre la superficie attuale supera appena i 12 milioni (Salviamo il Paesaggio – sett.2012).

Insomma ci si preoccupa in provincia di Salerno di creare una scuola d’eccellenza per un sistema agroalimentare eccellente, quando tanti comuni ( gli enti locali chiamati in causa) approfittando dell’assenza del Piano urbanistico comunale (PUC) concedono autorizzazioni a cementificare il proprio territorio o trasformano, ad esempio, aree agricole quali orti e frutteti in maxi parcheggi (vedi foce Bussento).

Ma dove la vogliamo realizzare una agricoltura di eccellenza? Sicuramente è necessario respingere l’abbandono dell’agricoltura, ma soprattutto impedire la perdita di suolo e bloccare la cementificazione. “Questi sono gli obiettivi – afferma il ministro che ha già presentato un disegno di legge- che l’Italia deve perseguire per tutelare il comparto agricolo”.

In questi ultimi anni nel Cilento vi sono stati centinaia di abusi edilizi e relativi (quando è stato possibile) sequestri da parte delle autorità. Non passa giorno che la stampa non denunci questi illeciti, soprattutto nell’area protetta del Parco. La copertura del suolo con materiali come cemento, metallo, vetro, asfalto è diffusissima, ma i politici e soprattutto tanta gente comune continua a lamentare che il parco naturale impedisce con i suoi numerosi vincoli lo sviluppo e la crescita economica del territorio; pertanto i giovani emigrano e la popolazione invecchia.
Come dunque risolvere il problema? Naturalmente nella maniera tradizionale, secondo loro. La costa trasformata in una piccola Rimini, le terre interne (ancora “vergini”) sfruttate con alberghi, campi da golf, maxi centri commerciali, industrie, piste per elicotteri, discoteche, il tutto collegato da super strade e trafori. Dimenticavamo i metanodotti. Così i giovani non emigreranno per abbondanza di offerta di lavoro. Ce ne sarà pure per stranieri del Terzo Mondo.

Non si immagina, naturalmente, che su questa strada , con questo tipo di crescita economica si determinerà un ulteriore consumo di suolo prezioso, che non ha favorito e non favorirà l’occupazione duratura nel Cilento. Altre scelte vanno fatte: scelte di una economia alternativa a quella tradizionale, basata soprattutto su la green economy, di cui si comincia a parlare (in ritardo) anche in Italia.

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