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Spiagge che spariscono

📅 venerdì 4 gennaio 2013 · 📰 AmbienteCilento

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Credits Foto OpEd

foto autoredi Paolo Abbate | Blog

A causa del noto cambiamento climatico l’erosione naturale delle spiagge si aggraverà almeno nei prossimi 100 anni. Ma purtroppo dove non interviene l’erosione naturale ci pensa l’uomo. E’ la conclusione di uno studio su l’ erosione delle spiagge del golfo di Policastro realizzato dal prof. Ortolani nel 2009. Studio divenuto molto attuale dopo le reciproche accuse tra sindaci del golfo riguardo le possibili colpe delle spiagge ormai condannate alla scomparsa.

Certamente tutto muta nel tempo, per la naturale trasformazione del pianeta, ma ciò avviene nei tempi geologici lasciando pertanto alle specie di adattarsi ed evolversi. Ma per le spiagge si tratta di poche decine di anni. Il litorale tra la foce del fiume Bussento e Capitello “è stato fortemente e gravemente aggredito dall’uomo con interventi ambientalmente insostenibili come il porto di Policastro Bussentino” . Il porto ha creato sicuramente una nuova economia locale con l’attracco estivo delle grosse e piccole barche, “ma ha distrutto circa 3500 metri di spiaggia con la connessa economia consolidata e potenziale”.


Foto 1



Negli anni 70 dello scorso secolo si iniziò a realizzato il porto lungo la spiaggia, in sinistra orografica del fiume Bussento “in una posizione non idonea in quanto avrebbe interrotto il trasporto di tutti i sedimenti da ovest verso est destabilizzando irreversibilmente tutta la spiaggia fino a Capitello”. Inoltre il tratto di costa in corrispondenza della foce del fiume Bussento “è stato pure interessato da progressiva erosione in quanto il corso d’acqua non trasporta sedimenti sufficienti a contrastare l’erosione marina”.

Pertanto per contrastare questo fenomeno naturale sono state realizzate varie difese costiere tipo barriere emerse parallele, oblique e radenti che hanno mitigato in parte, ma non interrotto, i fenomeni erosivi. “Così ad est del tratto di costa protetto in pochi anni si è verificata un’erosione di circa 100 m di terra emersa. Ecco allora che “l’uomo” interviene di nuovo realizzando un primo intervento di difesa costiera da parte della Provincia di Salerno e un secondo da parte dell’Autorità di Bacino, entrambi senza la preventiva benché obbligatoria valutazione dell’impatto ambientale”.

Queste errati interventi umani tra la foce del Fiume Bussento e Capitello hanno determinato “una grave e progressiva erosione che ha provocato danni seri alle proprietà private e pubbliche.”


Foto 2



Le immagini 1 – 2 (pubblicate nello studio del 2009) “illustrano l’ubicazione degli interventi pubblici attuati o approvati. I tratti gialli saranno interessati dalla realizzazione di barriere radenti che non restaureranno le spiagge ma rappresenteranno una effimera difesa locale tipo “linea Maginot”. La linea rossa sottile tratteggiata individua il tratto di spiaggia “sacrificato” inconsapevolmente (ma colpevolmente dai proponenti e realizzatori del porto) dalla costruzione del porto di Policastro Bussentino. La linea verde individua le barriere soffolte realizzate tra il 2007 e marzo 2008 dalla Provincia di Salerno in base ad un assurdo (scientificamente e ambientalmente) progetto, naturalmente dotato di tutti i necessari mercenari certificati di validità. Il tratto azzurro individua il tratto di spiaggia irreversibilmente distrutto in poche ore durante una mareggiata di fine marzo 2008. La linea rossa spessa evidenzia le barriere sommerse realizzate dall’Autorità di Bacino senza una valutazione dell’impatto ambientale preventiva della validità dei due interventi insistenti sullo stesso tratto di spiaggia”.


Foto  3
Foto 4



Il riquadro bianco con linea tratteggiata della foto 3 individua il tratto di spiaggia di Capitello rappresentato nelle due immagini in basso che illustrano il litorale prima (foto a sinistra) e dopo la realizzazione della difesa costiera da parte della Provincia di Salerno.

La foto 4 invece è la barriera artificiale, dove il mare ha depositato tonnellate di alga posidonia, rappresentata dalla linea gialla della fig.2 a lato del porto, per proteggere l’antica spiaggia a dune e giglio di mare. La tabella esposta è un cippo in ricordo della stessa oppure, probabilmente, una burla dell’amministrazione comunale di Santa Marina. E’scritto:
“Ingresso alla spiaggia. Difendi la tua duna, segui il consiglio dell’amico giglio”.


Le amare conclusioni del geologo Ortolani, che studia da anni lo stato delle coste cilentane, non lasciano speranza nel futuro prossimo del nostro Cilento su cui per interessi economici privati e pubblici, realizzati in nome del progresso e dello sviluppo, e naturalmente in osservanza del rispetto della natura, unico e insostituibile valore del Cilento, si continua ad intervenire ciecamente e spesso illecitamente.

Come qualcuno ha detto, il vero e illuminato politico pensa alle future generazioni, non alle prossime elezioni.

Tratto da relazione a cura del prof. Franco Ortolani Ordinario di Geologia, Direttore del Dipartimento di Pianificazione Scienza del Territorio Università di Napoli Federico - 15 luglio 2009.

Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”


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