EROSIONE INARRESTABILE DELLE SPIAGGE
di Paolo Abbate | BlogErosione irreversibile della Cala del Cefalo, area a protezione integrale del Parco, nonché Sic e Zps.
Una nuova mareggiata rovinosa si è abbattuta a metà gennaio sulla costa cilentana, determinando una erosione profonda della Cala, asportando circa 10 metri di duna. Le onde hanno divelto i pali di recinzione dell’area dunale e portato alla luce tubi dell’acqua e corrente seppelliti abusivamente. Dopo quelle del 2008 e 2009 il litorale sta progressivamente sparendo con danni economici e naturalistici incalcolabili. Occorrono dunque interventi mirati e scientificamente corretti come ci informa ancora il prof. Ortolani della Università di Napoli Federico II.
Il litorale della Cala del Cefalo, tra l’Arco Naturale di Palinuro e Marina di Camerota, è lungo circa 4 km e rappresenta una delle spiagge più belle e naturalisticamente interessanti del Mediterraneo. “Ma di già Circa 1.200.000 metri cubi di sedimenti – scrive il geologo - sono stati asportati verso sud est e allontanati obliquamente alla spiaggia”.
Come erano dunque sacrosante quelle battaglie a tutela dell’ambiente da parte delle associazioni ecologiste!
Due attivisti Lipu furono addirittura aggrediti e mandati all’ospedale da “operatori turistici” interessati abusivamente alla zona, I due volontari stavano documentando infatti gli abusi perpetrati alla foce del Mingardo.
Solo nel 2011 dopo le ripetute diffide ed esposti l’area fu sottoposta al sequestro e molti responsabili dello scempio, tra cui l`ex sindaco di Centola, denunciati dalla Procura.

Dunque lo spessore dei sedimenti costituenti la spiaggia è stato progressivamente assottigliato e l’ampiezza del litorale è andata progressivamente diminuendo. “L’ immagine a destra illustra la proposta di restauro geoambientale della spiaggia mediante accumulo di ghiaia selezionata dello stesso tipo litologico di quella esistente fino a ricostruire la linea di riva del 1954. Il sedimento verrebbe reso ancora più stabile – conclude Ortolani - mediante la realizzazione di pennelli a scomparsa perpendicolari alla spiaggia costituiti da blocchi di roccia dello stesso tipo di quella costituente la ghiaia. All’estremità sud orientale della spiaggia andrebbero realizzati due pennelli adeguatamente posizionati e strutturati per evitare l’ulteriore allontanamento obliquo dei sedimenti sabbiosi che periodicamente potrebbero essere riportati sulla spiaggia. Il ripascimento andrebbe protetto da una barriera sommersa anche nella zona dell’Arco Naturale dove più violenti sono i fenomeni erosivi”.

Come si vede gli interventi di ingegneria naturalistica sono auspicabili quando i danni all’ambiente risultano irreversibili, ma occorre che vengano realizzati nel posto giusto e non in modo superficiale, non professionale e soprattutto per interessi poco chiari.
Anche lungo i fiumi Sele e Bussento le piene determinano una forte erosione delle sponde, mettendo in pericolo le strade che costeggiano i loro corsi. Ma certo questi fenomeni non comportano danni economici e soprattutto paesaggistici e per la biodiversità che la sparizione di spiagge, pineta, duna comportano a causa dell’erosione, come sta succedendo da anni alla Cala e lungo il litorale cilentano. Ci chiediamo: cosa intende fare l’Ente Parco nazionale, la Provincia e la Regione Campania?
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