RIFIUTI E ARTE
di Paolo Abbate | BlogSiamo sulla spiaggia di Cala del Cefalo, area protetta del Parco nazionale, e su un tabellone del Parco è scritto: “Molto più di una spiaggia”.
Ed infatti da qualche tempo sull’arenile, ma anche in altri luoghi aperti come foci di fiumi, ignoti ma simpatici artisti usano materiali poveri raccolti in natura per creare sculture di fantasia, molto creative appunto ma effimere. Opere infatti, che hanno richiesto molto tempo per essere create, ma che in un attimo verranno distrutte dal vento o dalle onde da cui provengono.
Opere dunque abbandonate sul luogo dove sono nate, fino alla loro inevitabile distruzione come i castelli di sabbia o di ghiaccio.
Il piacere dunque sta nel crearle, cercando intorno il materiale opportuno sulla spiaggia della Cala dove questi artisti trovano materiali naturali poveri, ma anche rifiuti che troppo naturali non sono, trasportati dalle mareggiate, che si prestano tuttavia bene a queste opere di fantasia.

A questi artisti, perché tali li ritengo, non danno fastidio i numerosi rifiuti come plastica, copertoni, polistirolo sparpagliati sull’arenile della cala o sulle foci dei fiumi, perché per loro rappresentano materiali preziosi da usare per opere creative. I rifiuti sono dunque preziosi per loro , mentre per noi ecologisti rappresentano un danno grave per l’ecosistema naturale e pertanto da segnalare come inquinanti alle autorità preposte (con poco successo tuttavia).
A questo proposito infatti mi ricordo di aver sentito spesso delle lamentele che giravano contro gli ambientalisti, rei di togliere all’artista il materiale necessario all’arte a loro congeniale.

Come è vario il mondo e contrastanti i bisogni e le aspirazioni di chi lo abita!
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