IL TRENINO MOZZAFIATO DI MOLPA A PALINURO
di Paolo Abbate | BlogEsattamente nel settembre 2011 scrivevo sul trenino di Molpa: “Si è visto in TV e letto sui giornali che finalmente l’altro ieri è stato inaugurato il trenino “mozzafiato” che porta 5-6 persone (dipende dalla taglia) fino alla Molpa sul promontorio di Palinuro.
Certo la Molpa è un luogo incantevole da diversi punti di vista: naturale, storico, strategico, panoramico. Valeva la pena dunque costruire un trenino a monorotaia che salisse fin lassù dove esistono i resti di un antico castello (ma esiste già una strada che porta al castello!)”.
Per realizzare quest’opera fu tagliata naturalmente una bella fascia, lunga 700 metri, di macchia mediterranea protetta. Finanziata con un POR della regione che prevedeva anche diversi interventi lungo la valle del Mingardo, ma che ancora oggi purtroppo è sottoposta ad illeciti come i rifiuti di amianto a pochi metri dalla riva e le barche lungo l’asta fluviale, in barba alle leggi nazionali ed europee.
Il sindaco di allora, Speranza, ne faceva un fiore all’occhiello perché, secondo lui, l’opera era necessaria in quanto rappresentava un certo ritorno d’immagine per un territorio ambito dal turismo, e soprattutto per il sindaco che aveva perduto pezzi di maggioranza ed era contestato altresì dalla minoranza per i debiti fuori bilancio. Pare che i consiglieri suddetti siano ricorsi anche alla Corte dei Conti e al prefetto di Salerno.

Il sindaco ribadiva però che l’opera faceva bene allo spirito, considerata la vista di un panorama mozzafiato, e per il corpo perché il ritorno poteva piacevolmente farsi a piedi. Lui stesso si è fatto fotografare mentre scendeva, con una certa fatica, in verità, considerata la taglia extra large.
Ebbene, siamo tornati sul luogo e abbiamo raccolto immagini e notizie. Il trenino, sebbene realizzato dalla “Greening Italia, leader per il trasporto su minirotaie”, dopo un anno non ha più funzionato bene e l’anno dopo ha chiuso i battenti. Come se non bastasse furono anche rubati tutti i fili elettrici di rame.
Insomma, sembra proprio che l’iniziativa, sponsorizzata anche dal Parco (ma l’Ente parco non è nuovo a sostenere progetti simili con soldi pubblici: il territorio ne è punteggiato abbondantemente), proprio perchè mal progettata, mal funzionante, mal gestita, per niente propagandata come era necessario, è stata mandata in soffitta come un giocattolo costoso ma inutile.
L’iniziativa che doveva nel progetto di chi lo ha voluto rilanciare il turismo in tempo di crisi, è servito purtroppo solamente a sperperare soldi pubblici.
Qualcuno dovrà prima o poi chiedere conto alla Corte dei Conti , appunto, su come le amministrazioni locali effettuano iniziative spendendo i fondi europei senza tener conto delle reali esigenze del territorio.







