IL CILENTO NON FINISCE MAI DI STUPIRTI
di Paolo Abbate | BlogNel territorio pisciottano esistevano fino a pochi decenni fa decine di frantoi delle olive e del grano. Vi erano i pubblici e i privati. Pisciotta è difatti il paese degli ulivi come si legge entrando nel paese, e centinaia di essi sono centenari.
Un mulino bellissimo, ben conservato, si trova in un antico palazzo del Settecento nel Centro storico del paese . I proprietari attuali, signori Liquori hanno acquistato il palazzo, un tempo di proprietà dei Festa, conservando intelligentemente la grande cantina con il frantoio antico, che macinava a forza d’ asino le olive e il grano, e il grande torchio del Settecento, A considerare le sue dimensioni il proprietario doveva possedere molti alberi di olivo. Un’altra cantina con gli orci dell’olio e vari attrezzi è in attesa di essere ricuperata e restaurata.

Dirimpetto Pisciotta, antico borgo medievale nel Parco Nazionale del Cilento, si staglia “A’Machina” un mulino pubblico ad acqua del ‘700, che fino agli anni ‘40 sfruttava le acque del torrente “Fiori” per la molitura delle olive e la macina del grano. Il fabbricato, per decenni abbandonato, è stato restaurato con “lavoro meticoloso e certosino; i cotti fatti a mano, gli infissi di castagno cilentano, il ferro battuto, i mobili di antiquariato completano un ambiente rurale di altri tempi”(dal sito). Adesso è un elegante B&B. Sarebbe andato in rovina, come tante testimonianze del passato, se appunto privati lungimiranti non lo avessero salvato dandogli una nuova vita.

Sono quindi i cittadini, ossia i paesani più lungimiranti, che privatamente tutelano e conservano i tesori naturali e culturali esistenti ancora sul territorio.
A differenza purtroppo delle amministrazioni pubbliche che fanno promesse condite di bugie, lanciano iniziative che altro non sono che un ritorno d’immagine per loro stesse, specialmente in tempo di elezioni.
Molti mulini risultano abbandonati da tempo, e quindi già molto degradati, intorno al paese e alberi vetusti, specialmente ulivi, che dovrebbero per una legge recentissima essere censiti dai comuni per tutelarli da danni come il taglio abusivo, aspettano di essere valorizzati e conservati divenendo ad esempio anche una attrattiva turistica.
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