Primo maggio, festa… verde
di Paolo Abbate | BlogSerena Pellegrino, componente della commissione Ambiente della Camera avanza, in occasione del 1° Maggio, una importante comunicazione (da Greenreport, 29 apr. 2014).
Parlare di lavoro in Italia in occasione del primo maggio, afferma l’onorevole Pellegrino, “significa riconoscere coraggiosamente che non possiamo immaginare di continuare a produrre lavatrici: è invece la riconversione ecologica dell’economia il tracciato da percorrere senza esitazioni”.
La Costituzione italiana afferma che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, ma i nostri Padri costituendi non immaginavano certo che il nostro territorio fosse devastato in poco più di sessanta anni dal dissesto idrogeologico, inquinamento, cementificazione, tesori artistici e architettonici in rovina.
Ebbene, l’economia che certo i padri costituendi non immaginavano lontanamente diventasse così impattante e inquinante, tanto da generare la crisi che stiamo vivendo, deve trasformarsi in economia verde, ovvero in opportunità e occasioni di lavoro, professionalità e contemporaneamente impellenti necessità per tutelare e conservare il patrimonio ambientale, urbanistico e culturale. “Un patrimonio che abbiamo ricevuto in eredità e che noi, colpevolmente, non stiamo assicurando quale risorsa, beni comuni ed eccezionale contesto di bellezza e cultura per le generazioni future”.
Accanto alle opportunità per trasformare l’economia impattante e inquinante in economia verde, “vorrei anche ricordare altre situazioni significative nella prospettiva di creazione di lavoro. Ad esempio, il sistema delle Agenzie di protezione ambientale, alla cui riorganizzazione stiamo lavorando in Parlamento, affida attualmente ad ogni operatore il presidio di 131 km quadrati al Nord e 345 al Sud e rispettivamente la tutela di 5300 e 7800 cittadini: conoscendo le emergenze e le problematiche si tratta evidentemente di una situazione di difficilissima gestione e di uno spazio enorme per collocare e garantire professioni specialistiche e qualificate”, conclude Serena Pellegrino.

Personalmente spero proprio che alla festa del primo maggio, dal palco degli oratori si senta parlare di lavoro, non solo come rivendicazione del lavoro perduto, di cassa integrazione, di precarietà ( cose sacrosante), ma anche e soprattutto di lavoro come opportunità di riconversione ecologica.
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