CON LE ERBE SELVATICHE NON SI MUORE DI FAME
di Paolo Abbate | BlogQuasi alla fine “del cammin di nostra vita” mi sono perso in un grande bosco, “ché la diritta via era smarrita. Ah quanto a dir qual era è cosa dura…!”: mi sono però subito ricordato di una giornata passata nei campi con Daniela, l’esperta di erbe selvatiche. Quante erbe selvatiche commestibili ed officinali ci sono in natura! Una biodiversità incredibile. Molte di queste erbe mi sono tornate in mente dopo che Daniela le aveva indicate e descritte.
Questa è il finocchietto, la piantaggine, la melissa, la margherita e sono buone da mangiare come insalata. Questa invece è la vitalba, la malva, la cicoria, il tarassaco, la borraggine, la consolida e sono ottime come zuppa. Stai attento al gigaro, alla mercorella, alla salsapariglia (le bacche) perché sono tossiche.
Bisogna andarci piano – raccomandava ancora l’esperta – perché esistono anche erbe velenose: bisogna pertanto saperle ben riconoscere, con l’esperienza, e farne anche un uso discreto: ogni cosa infatti dipende dalla quantità: “il troppo stroppia” dice un antico proverbio.

I raccoglitori –cacciatori le conoscevano bene e anche i monaci eremiti erano esperti: se ne cibavano e si curavano con le erbe selvatiche. Poi via via di questo patrimonio di biodiversità naturale se ne è persa la memoria e l’uso, in questa nostra società consumista e sprecona.

Ricordando questi insegnamenti mi sono cibato così nel bosco di insalate e zuppe. Fortunatamente infatti anche nei luoghi disabitati come i boschi si trovano rifiuti umani. Un grosso barattolo di conserva mi è servito come pentola e una corteccia concava di albero come cucchiaio.
Una bella domenica di maggio ho voluto ripetere l’esperienza con Daniela, per consolidare la conoscenza delle erbe selvatiche. Con un gruppo di 13 persone, più tre cani e un capretto, abbiamo raccolto erbe in abbondanza nei prati della “Casa del Contadino” a Bosco e mangiate come insalata e come minestra. La pasta con il pesto di finocchietto era buonissima, la frittata di vitalba e il gelato di borraggine anche. Naturalmente il vino rosso della casa, il pane integrale, il caffè hanno fatto la differenza.

Per fortuna dalle mie parti esiste una catena solidale fatta di campi, orti sinergici, agriturismo biologici che perseguono l’obiettivo del vivere sano e dell’amore per la natura. I vegetali venduti nei supermercati e negozi delle nostre città non sappiamo mai con certezza che trattamento abbiano avuto nei campi. Veleni chimici sono spesso usati, pronti a minare la nostra salute e gli ecosistemi naturali.







