RICHIAMI VIVI: LA CAMERA APPROVA
di Paolo Abbate | BlogTroppo spesso alla Camera dei deputati avvengono fatti, a dir poco vergognosi, che nessuno saprebbe se non fosse che gli ambientalisti lo rendessero noto all’opinione pubblica.
Ma cosa è successo dunque alla Camera? Associazioni ambientaliste avevano ieri 10 giugno lanciato un appello per l’abolizione dei richiami vivi nella caccia, pratica anacronistica e crudele, anche per sanare la procedura di infrazione aperta in Europa,
la tradizione dei richiami vivi a scapito della vita, della libertà e della dignità di migliaia di uccelli migratori che ogni anno vengono catturati per fare da esca nell’attività venatoria , è contenuto nella legge 157 del 1992, Ebbene il M5S della Camera, fatto suo l’appello, aveva presentato un emendamento per vietare la cattura degli uccelli a fini di richiamo vivo.
Infatti gli uccelli detenuti in queste condizioni “possono subire conseguenze gravissime, dalla morte quasi immediata allo sviluppo di malattie causate dall’immunosoppressione da stress; ma possono subire anche traumi fisici e alterazioni causate dall’essere sottoposti a trattamenti farmacologici a base di testosterone, per obbligarli a cantare anche fuori dal periodo riproduttivo”.
A favore dell’emendamento si sono espressi il Movimento 5 stelle, Sel, Scelta civica, buona parte di Forza Italia e del Gruppo misto. Contro l’emendamento hanno invece votato la Lega, Fratelli d’Italia e il Pd, sostenuti dal parere del Governo.

Ecco cosa avevano scritto ieri Amici della Terra, Animalisti italiani, Cabs, Cts, Enpa, Fai, Forum Ambientalista, Italia Nostra, Lac, Lav, Lipu-BirdLife Italia, Mountain Wilderness, Oipa, Pro Natura, Touring Club Italiano, Vas, Wwf Italia, Altura, Alfa, Lida e altri nella lettera al premier Matteo Renzi nella quale chiedevano di mettere fine ai richiami vivi:
«Una delle pratiche più violente ancora in atto contro gli uccelli selvatici: piccoli uccelli migratori, con il volo infinito nel sangue, che vengono invece catturati e costretti ad una vita in gabbia, in condizioni indegne, per fungere da richiamo per la caccia. Un’attività vietata dalla normativa comunitaria (la cattura degli uccelli selvatici con le reti è categoricamente proibita), ma che l’Italia ha continuato a svolgere per anni.
L’Europa ha oggi aperto contro il nostro Paese una pesante procedura di infrazione, chiedendo lo stop all’utilizzo dei richiami vivi, considerato – scrive la Commissione – che la quasi totalità dei cacciatori, italiani ed europei, caccia senza il loro ausilio».
Respingere l’emendamento e mantenere intatto l’uso dei richiami vivi, semplicemente rimettendolo in deroga, è una scelta gravissima e imbarazzante, che fa male all’Europa e fa male alla natura, mantiene le sofferenze e i maltrattamenti di centinaia di migliaia di uccelli migratori, e che vale come anticamera per la condanna comunitaria.
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