Le proprietà terapeutiche dell’acqua
di Roberta Graziano | BlogL’acqua è il costituente principale dell’organismo; essa, infatti, rappresenta circa il 60-65% del peso corporeo. Ma il contenuto idrico dell’organismo varia in funzione del sesso e dell’età: si va dal 51 al 61% nell’uomo adulto, al 45-57% nella donna adulta fino ad arrivare al 77% nel neonato.
Il fabbisogno di acqua varia da persona a persona ed è influenzato dall’alimentazione, dalla composizione corporea, dalla temperatura ambiente, dalle perdite e dall’attività muscolare. La quantità raccomandata di acqua è di 1 ml/kcal negli adulti e di 1,5 ml/kcal nei bambini. Ma il fabbisogno aumenta in gravidanza, allattamento e in condizioni patologiche (ad esempio, stati febbrili, vomito, diarrea, ecc.).
Le perdite idriche normali sono quelle dovute alla perspiratio insensibilis, al sudore e alle feci, ma l’equilibrio idrico è mantenuto grazie al meccanismo della sete. L’acqua che il nostro organismo produce (acqua endogena) è insufficiente al fabbisogno giornaliero e quindi la maggior parte dell’acqua necessaria per il nostro fabbisogno viene dall’alimentazione e in particolare da 500 a 900 ml viene introdotta con gli alimenti e da 800 a 1500 ml con le bevande.
L’apporto di acqua degli alimenti varia in base al tipo di alimento, variando dallo 0% all’80%.
L’acqua per essere consumata come bevanda deve rispettare alcune caratteristiche. Prima di tutto deve contenere un certo contenuto di sali minerali (0,5 g/l), in quanto le acque troppo pure non sono adatte all’alimentazione. Non deve contenere batteri, microrganismi e sostanze chimiche.
I minerali contenuti nell’acqua sono principalmente carbonati, solfati, cloruri e fosfati di calcio, sodio, potassio, magnesio, ferro, bario, alluminio, silicio e manganese.
Proprio in base al contenuto di sali minerali le acque vengono classificate in:
- Acque minimamente mineralizzate, con un contenuto di sali inferiore a 50 mg/l;
- Acque oligominerali o leggermente mineralizzare, con un contenuto di sali superiore a 500 g/l
- Acque minerali propriamente dette, con un contenuto che va da 500 a 1500 g/l;
- Acque ricche in sali minerali, con un contenuto superiore a 1500 g/l.
Ma i sali contenuti nell’acqua, oltre a conferirgli un determinato sapore, possono anche avere un ruolo fisiologico ben preciso. Per questo le acque possono anche svolgere un ruolo terapeutico.
Le acque solfate hanno un contenuto di solfati superiore a 200 mg/l e hanno un’azione lassativa. Quindi possono essere utilizzate in caso di problemi di colite spastica o epatobiliari.
Le acque clorurate hanno un contenuto di cloro superiore a 200 mg/l. Hanno effetti benefici sull’intestino, le vie biliari e il fegato.
Le acque calciche hanno un contenuto di calcio superiore a 150 mg/l e possono essere utilizzate in tutte quelle condizioni in cui vi è bisogno di un maggior apporto di calcio, come durante la gravidanza, l’accrescimento e nelle donne in menopausa. Inoltre sono indicate in caso di intolleranza alimentare.
Le acque bicarbonate hanno un contenuto di bicarbonati superiore e 600 mg/l. Favoriscono la digestione, tamponano l’acidità gastrica e sono adatte in disordini epatobiliari.
Le acque fluorurate hanno un contenuto di fluoro superiore a 1 mg/l. Prevengono le carie e sono indicate per le donne in gravidanza.
Le acque ferruginose hanno un contenuto di ferro bivalente superiore a 1 mg/l. Sono utili in casi di anemia sideropenica.
Le acque sodiche contengono un quantitativo di sodio superiore a 200 mg/l e sono indicate in persone che praticano un’intensa attività fisica.
Le acque calciche hanno un contenuto di calcio superiore a 50 mg/l e hanno un’azione purgativa.
Dott.ssa Roberta Graziano
Biologa nutrizionista
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