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Stipsi: uno dei più diffusi problemi intestinali

📅 lunedì 30 giugno 2014 · 📰 SaluteCilento

30062014 stipsi
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foto autoredi Roberta Graziano | Blog

La stipsi è un disturbo che colpisce dal 2 al 27% della popolazione, principalmente donne e anziani. Più che una malattia può essere considerata un sintomo secondario ad altre patologie che portano all’alterazione della funzionalità dell’apparato gastrointestinale oppure alla somministrazione di farmaci.

Quando, però, la stipsi non è dovuta ne a patologie ne a farmaci, si parla di “stipsi funzionale” dovuta a transito intestinale rallentato o a alterazione della fase espulsiva.

Secondo gli esperti si può parlare di stipsi quando negli ultimi 12 mesi e per almeno 12 settimane si presentano almeno due dei seguenti sintomi:

  1. Sforzo eccessivo in più di ¼ delle evacuazioni;
  2. Feci caprine o dure in più di ¼ delle evacuazioni;
  3. Sensazione di evacuazione incompleta in più di ¼ delle evacuazioni;
  4. Sensazione di blocco/ostruzione anorettale in più di ¼ delle evacuazioni;
  5. Ricorso a manovre manuali per facilitare la defecazione in più di ¼ delle evacuazioni;
  6. Meno di 3 evacuazioni a settimana.

Questi sintomi devono verificarsi in assenza di feci liquide.

Il primo provvedimento da usare in persone affette da stipsi è la modificazione della dieta. Devono essere assunte maggiori quantità di fibra, poiché queste aumentano il volume delle feci, trattengono l’acqua e consentono la proliferazione della flora batterica con ulteriore incremento fecale; tutto ciò ha come conseguenza l’aumento della peristalsi intestinale. Le fonti principali di fibre insolubili sono i prodotti a base di cereali integrali (riso, pane, fette biscottate, biscotti, cracker); inoltre si devono assumente 3 porzioni di verdura al giorno e 2 porzioni di verdure al giorno, i legumi vanno consumati 3-4 volte a settimana.

Oltre che con gli alimenti, la fibra può essere assunta anche tramite integratori dietetici a base di crusca o psillio.

L’introduzione di fibra nella dieta deve essere lento e graduale in modo da consentire alla flora batterica intestinale di adattarsi.

Insieme alla fibra va aumentato anche l’introito di fluidi (fino a 2 litri al giorno) sotto forma di acqua o bevande di vario tipo (spremute e succhi di frutta, tisane, brodi vegetali).

È indispensabile comunque modificare anche lo stile di vita, facendo un’attività fisica regolare perché va a stimolare la muscolatura del tronco che è coinvolta nell’evacuazione.

Un altro consiglio che si può dare alle persone che soffrono di stipsi è di non ignorare lo stimolo all’evacuazione a causa dei ritmi di vita veloci o delle troppe ore trascorse lontano da casa. Il trattenere le feci a lungo andare provoca una progressiva diminuzione della sensibilità al riflusso defecatorio che dipende dalla distensione dell’ampolla rettale in seguito all’arrivo delle feci.

Prima che tutti questi accorgimenti diano i risultati sperati, occorre un po’ di tempo, quindi bisogna essere pazienti e non scoraggiarsi.

Dott.ssa Roberta Graziano
Biologa nutrizionista

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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