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ITALIA LE CRICCHE DELLA CORRUZIONE DO UT DES

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martedì 8 luglio 2014
foto autoredi | Blog
CilentoNotizie su GNews

Anche il Papa Francesco da Santa Marta, ha tuonato contro le cricche della corruzione.

È facile, è assolutamente facile cadere nella rete delle cricche della corruzione; cricche diabolicamente trasversali che esercitano il potere ed i propri ruoli nella società civile, unicamente per il proprio tornaconto; unicamente per garantirsi i propri privilegi, con indifferenza assoluta per i mali d’Italia, per quelle condizioni tristi di un malessere infinito da cui in lungo ed in largo è circondato il paese; il nostro paese, che ha sempre più il nome di mala-Italia.

L’Italia è un paese assolutamente ammalato; tanto, per le sue tante e diaboliche anormalità.

Il principio fondante del nuovo italiano è basato sul “do ut des”. “Tu mi dai una cosa a me ed io do una cosa a te”, così funziona oggi il nostro malcapitato paese dove, a farla da padroni, sono i forti sui deboli costretti a soccombere al volere arrogante e padrone dei tanti burattinai d’Italia, il frutto di una mala pianta italiana politica e non solo, che va necessariamente ed urgentemente estirpata al più presto; tanto, per non morire.

Le cricche della corruzione dal Nord al Sud hanno cancellato il buon seme italiano; trasversalmente diffuse, con un sistema di potere degli uni per gli altri, tengono ormai il paese sottomesso; lo tengono prigioniero di un sistema infame dove a prevalere sono solo gli egoismi dei cazzi propri, con assoluta indifferenza per il malessere italiano e per le condizioni di sofferenza diffusa soprattutto per le nuove generazioni derubate da ladri eccellenti delle risorse assolutamente necessarie al loro futuro; risorse mancanti perché rubate e sempre più causa di un futuro negato.

Le cricche della corruzione sono un patrimonio italiano; rappresentano in tutte le sue parti il Nord ed il Sud del paese; ci ritroviamo di fronte ad una miracolosa ubiquità italiana, identica a se stessa, presente in vari punti del paese e soprattutto nelle realtà che contano per ricchezza da gestire e per affari da realizzare, a danno di un paese a cui non è rimasto altro che piangere; a cui non è rimasta altra ricchezza se non quella della corruzione.

In un mondo che cambia ed in fretta, abbiamo un’Italia comatosa sempre più affezionata a rimanere se stessa, con tutte le caratteristiche dei suoi mali antichi e moderni insieme, con in primo piano la corruzione ed i mazzettari.

Di chi la colpa? Chi ama questi scenari italiani se non le cricche della corruzione che offendono i Belpaese e ne rendono difficile se non impossibile il futuro? Che fare per salvarsi?

Prima di tutto, sgomberare il campo; è urgente fare pulizia del “marcio italiano”; è urgente ridare al paese la dignità perduta; è urgente restituire all’Italia l’etica di un perbenismo diffuso, necessaria ad un modello d’insieme italiano, dove all’egoismo dell’io, si vada necessariamente sostituendo l’insieme solidale del noi.

Tutto questo va fatto per il bene superiore dell’Italia che non può morire per le colpe italiane dei tanti “mostri d’Italia” che d’italiano non hanno altro che la sola certificazione della propria maledetta nascita.

Per il bene dell’Italia futura e con questa, dei nostri figli, vanno cacciati i farisei dal tempio; vanno cancellate le ricchezze della corruzione che fanno male al paese ed offendono la dignità del popolo italiano, tradito da cricche di potere assolutamente indegne di rappresentare l’Italia e di governare le istituzioni con un fare truffaldino egoisticamente utile solo a se stesso, con grave danno per tutti gli altri italiani traditi.

Il mondo cambia ed in fretta; mentre cambia il mondo con trasformazioni rivoluzionarie della “mente umana” in crescente concorrenza con la “mente digitale”, l’Italia è ostinatamente ferma.

Gira a 360 gradi intorno ad un asse che si chiama corruzione, fatta da menti italiane vittime di se stesse, rimaste ferme nel tempo; mettendo da parte le virtù dei saggi, hanno saputo sviluppare il solo seme folle di un egoismo del tutto per sé, affidandosi al dio corruzione e creando la solidarietà da cricche settarie per fottere egoisticamente il prossimo.

Quali le conseguenze catastrofiche per il paese? Prima di tutto il crescere diffuso delle povertà; ma oltre a questo grave danno, ci sono le conseguenze ancora più catastrofiche di un paese inevitabilmente alla deriva; di un paese che non crede più a nessuno ed a niente.

Un tradimento che, oltre ad offendere il senso comune dell’appartenenza, ha compromesso e non poco il sé italiano, ormai orfano anche di quelle false garanzie istituzionali in cui aveva ingenuamente creduto.

L’Italia deve necessariamente cambiare; deve cambiare al Nord come al Sud; deve cambiare recuperando quei ritardi drammatici che sono alla base del profondo e diffuso malessere Italia; un malessere infinito causato da ritardi nell’innovazione soprattutto al Nord, la realtà dinamica del paese e da un inopportuno attardarsi delle politiche assistenziali al Sud che non ne hanno permesso la crescita e lo sviluppo, allineandosi così al resto del paese, avendone, tra l’altro, le risorse necessarie per i cambiamenti possibili.

Questo bel capolavoro dei mali d’Italia ha le sue radici profonde in una condizione antropica che, decidendo una forma di suicidio collettivo, ha smesso di pensare positivo e positivamente adoperarsi per il bene comune, per il bene di un paese, l’Italia, che, quando vuole sa fare la sua parte, andando avanti, sviluppandosi e non rimanendo indietro come per gli ultimi decenni italiani, nel corso dei quali sono andati in fumo i sacrifici del paese ricostruito dalla guerra, rinato e sviluppato e portato ad occupare i primi posti tra i grandi della Terra, avendo un ruolo di primo piano nell’insieme eccellente del G8, espressione di quel mondo sviluppato oggi tradito e sempre più lontano dall’Italia che, rinnegandosi, ha fatto dei passi da gigante per tornare indietro dandosi i segni evidenti di un crescente ed inarrestabile sottosviluppo.

Complimenti Italia! Avanti così!

Sulle vie del futuro, di questo passo, si va assolutamente ed inarrestabilmente incontro al disastro da tempo annunciato, con le radici profonde nella corruzione, il primo dei gravi mali italiani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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