Dolcificanti e edulcoranti a confronto
di Roberta Graziano | BlogQuasi ogni giorno ciascuno di noi mangia qualcosa di dolce. Il dolce, infatti, è uno dei sapori cui l’uomo non riesce a rinunciare. Per questo esistono in commercio molti dolcificanti o edulcoranti di origine animale o chimica. Ma bisogna fare attenzione però ai sostituti dello zucchero in molte preparazioni light.
Il successo dei dolcificanti artificiali è legato al fatto che si crede che lo zucchero faccia ingrassare. Ma solo alcuni di essi non sono calorici.
I dolcificanti si dividono in tre gruppi: i zuccheri alimentari, che comprendono saccarosio, glucosio, fruttosio e lattosio; i dolcificanti naturali (o polialcoli o polioli), che si trovano in frutta e verdura e li troviamo in caramelle e gomme da masticare. Hanno un potere dolcificante leggermente più basso rispetto allo zucchero da tavola. Sono sorbitolo, mannitolo, isomalto, maltitolo, lactitolo, xilitolo; i dolcificnati di sintesi, che nascono in laboratorio. Hanno un potere dolcificante molto elevato e non hanno potere calorico e non sono cariogeni. Ma per alcuni di essi bisogna fare molta attenzione poiché possono essere tossici per l’organismo.
Vediamo le caratteristiche di ognuno di loro:
Acesulfame K: edulcorante di sintesi, dolcifica da 150 a 200 volte più del saccarosio. Non ha calorie e non favorisce l’insorgenza delle carie. La dose giornaliera raccomandata (DGA) è di 9 mg per Kg di peso corporeo.
Aspartame: è ottenuto in laboratorio, ha un sapore simile allo zucchero ma dolcifica 200 volte in più. Non deve essere scaldato o usato in prodotti da cuocere, perché ad alte temperature produce prodotti tossici. Può provocare reazioni allergiche con mal di testa, nausea, vomito e dolori addominali.
Ciclamati: edulcoranti sintetici con potere dolcificante 30 volte superiore allo zucchero. Pur avendo avuto molto successo, si sospetta che siano cancerogeni.
Fruttosio: è lo zucchero naturalmente presente nella frutta, verdura e miele. Dolcifica meno del saccarosio, ma non è tossico ed è poco cariogeno.
Glucosio: è presente in molti frutti. È utilizzato in pasticceria.
Isomalto: ottenuto industrialmente dal saccarosio, dolcifica la metà dello zucchero. È usato per produrre cioccolato senza zucchero, caramelle e canditi. La DGA è di 20 g al giorno per gli adulti e 10 g per i bambini. Ha un effetto lassativo.
Lactitolo: è ottenuto dal lattosio ed è meno dolce del glucosio. È preferibile non consumarne più di 20 g al giorno per gli adulti e 10 g per i bambini. Ha un effetto lassativo.
Maltitolo: è uno zucchero presente nel miele e nei vegetali. È adatto ai diabetici perché viene assorbito dall’organismo senza la produzione di insulina. Dolcifica come lo zucchero ma è meno calorico. Se consumato ad alte dosi ha potere lassativo.
Mannitolo: è diffuso nel mondo vegetale, ma può essere ottenuto anche artificialmente dal saccarosio. Dolcifica la metà dello zucchero ma si superano i 20 g al giorno può avere effetto lassativo.
Neoesperidina: è un edulcorante di origine. Ha un retrogusto di liquirizia e dolcifica circa 200 volte in più dello zucchero. La DGA è di 5 g al giorno per kg di peso corporeo.
Saccarina: è il dolcificante sintetico più diffuso. Dolcifica 500 volte in più dello zucchero ma diventa amara col caldo. La DGA è di 5 g al giorno per ogni kg di peso corporeo.
Sale di aspartame-acesulfame: è stato da poco approvato dall’Unione Europea e viene utilizzato in bevande analcoliche, dessert e prodotti della confetteria.
Sorbitolo: è contenuto in molti frutti ma può essere prodotto anche industrialmente. Dolcifica la metà del saccarosio ed è utilizzato in prodotti dietetici e per diabetici. A dosi elevate è lassativo.
Sucralosio: si ottiene dal saccarosio ma ha un potere dolcificante 600 volte superiore. È stato da proco introdotto dall’Unione Europea. Si trova nelle bevande analcoliche, dessert, prodotti della confetteria.
Xilitolo: si ottiene dallo “zucchero del legno”. Non è cariogeno, è utilizzato nella produzione di caramelle e gomme da masticare. Se si superano i 50 mg al giorno può dare problemi intestinali.
Quindi, se si ha paura di ingrassare, piuttosto che consumare prodotti light, è meglio apportare modifiche alle proprie abitudini alimentari.
Dott.ssa Roberta Graziano
Biologa nutrizionista
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