IL MONDO E LE GRANDI SFIDE. LA PARTITA CONTRO LE POVERTA’. UNA PARTITA DA NON PERDERE
di Giuseppe Lembo | BlogLa partita contro la povertà è la più importante partita che il mondo deve intelligentemente affrontare e non perdere.
Una partita che non deve assolutamente perdere; perdendola, si perde una grande sfida; si perde anche la speranza.
Il diritto alla vita, un diritto garantito attraverso leggi e trattati, di fatto ancora non è per niente garantito.
Per l’uomo della Terra, la povertà è ancora drammaticamente presente; è sempre più spesso conseguenza di morte violenta.
Circa un miliardo di uomini della Terra, per l’egoismo di chi si ubriaca di ricchezza e di potere, ancora muore di fame nel mondo; tanto succede nell’indifferenza di quel mondo di falsi giusti che non sa opporsi con forza ai tanti che, nemici dell’uomo, ostacolano il normale corso del diritto alla vita.
È una partita di civile umanità; una sfida che, nonostante le tante violente resistenze, deve essere assolutamente vinta per il bene del futuro dell’uomo della Terra; di tutti gli uomini, nessuno escluso.
Se non si vince tale sfida, a perdere è il mondo; l’intero mondo che si permette anche nel XXI secolo comportamenti ferocemente barbari, maltrattando l’uomo; l’uomo della Terra, che a giusta ragione, oggi più che mai, rivendica il diritto alla vita; tanto, prima di tutto e soprattutto, come diritto assolutamente naturale per chi viene sulla Terra per vivere e non per morire di povertà; non infamamente morire vittima degli egoismi umani, per mancanza del pane della vita.
Su tutto questo bisogna saper riflettere; bisogna riflettere attraverso il dialogo ed il confronto, coinvolgendo il più possibile anche gli indifferenti che hanno scelto di vivere pensando solo a se stessi ed assolutamente indifferenti al mondo che ci circonda; al mondo degli altri che, comunque, è parte di noi; che, comunque, ci appartiene e quindi non può esserci indifferente, come se si trattasse di qualcosa del tutto estranea al mondo; del tutto fantastica; del tutto virtuale, senza quegli elementi di accortezza che rappresentano la vita dell’uomo ed il suo agire nel rapporto con gli altri sulla Terra, purtroppo sempre più indifferente all’uomo che la abita e molto gratuitamente ed inopportunamente la maltratta.
Oggi l’uomo deve sapersi riconsiderare; deve sapersi riposizionare nel rapporto con gli altri.
Non può assolutamente pensare che il mondo è tutto compreso nel chiuso dei propri egoistici confini umani; oltre al proprio io, esiste anche il noi, come insieme umano da condividere e da pensare come parte di sé.
È importante capire questo; è importante considerare gli altri come parte di se stessi.
Se non si fa questo, crescono gli egoismi umani e soprattutto si è sempre più assolutamente incapaci di affrontare e di vincere le grandi sfide del Terzo Millennio, un’epoca assolutamente nuova; un’epoca completamente diversa dalle altre, dove niente è come prima.
Tutto è in movimento; tutto è velocemente in movimento; tutto per guardare al futuro, ha bisogno di innovazione; ha bisogno di conoscenza; ha bisogno di saperi; ha bisogno di condivisione autentica.
Ha, soprattutto, bisogno dell’altro; del rapporto con l’altro del mondo dinamicamente in movimento per affrontare meglio le grandi sfide; per affrontare la grande partita dell’umanità del futuro che riguarda la povertà, una piaga diffusa in tante parti del pianeta Terra.
Di povertà ancora si muore; la povertà rende disumano il cammino dei tanti che nascono per vivere il loro inferno terreno e … morire per mancanza di cibo.
Morire di fame è ancora una triste realtà per circa il 10% della popolazione che abita la Terra; un miliardo di persone è esposto al grave rischio della fame.
Di fame ancora si muore in tante, tante dimenticate parti della Terra.
Purtroppo, non c’è niente di umano in tutto questo; non c’è niente di normale.
Tutto è mostruosamente violento; tutto è disumanamente il frutto di una grave offesa per l’uomo; per l’uomo della Terra che nasce per vivere la propria vita terrena, non per morire di fame.
Sarà una vittoria dell’umanità che non può e non deve più oltre tenere in piedi la mostruosità della morte per fame.
Quella contro la povertà è una grande partita; tutti devono sentirsi impegnati solo per vincerla; non è possibile, non è assolutamente possibile perderla.
Se non dovesse essere vinta, a perderla saremmo tutti; ma veramente tutti gli uomini della Terra che non possono, né devono essere indifferenti di fronte al crimine della morte per fame; di fronte alla morte disumana ed assurda per mancanza di cibo che spesso sprecano, che spesso usano abusandone i tanti che vivono di benessere e nel benessere sono indifferenti a chi muore per fame.
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