“Risparmiare risorse è il nuovo umanesimo”
di Paolo Abbate | BlogHo proprio deciso di non consultare più e prendere in considerazione i siti che riportano il degrado del pianeta, fatto di inquinamento, di sprechi, di consumo di suolo e di risorse, di abusi e di promesse non mantenute dei politici. Mi deprimevano e diventavo ansioso tanto da prendere mattina e sera due gocce di valeriana consigliate dal medico.
Cambio pertanto canale, come suol dirsi, e vado su siti, che esistono, di un Italia migliore che cambia dal basso.
Oltre i portali dei comuni virtuosi esistenti in Italia – e sono molti – esiste il portale web di “Italia Che Cambia” in cui si legge la nascita in Umbria di un Parco dell’energia rinnovabile (PeR). Si tratta di “un centro scientifico, divulgativo e ricreativo in prima linea nella ricerca e nella sperimentazione di tecnologie, processi e azioni virtuose che migliorino la vita dell’uomo e dell’ambiente e riducano l’impatto delle attività della società civile sul pianeta”.

“L’agricoltura del futuro non è quella della chimica e delle serre di plastica- si legge sul portale - ma quella dell’abolizione dei fertilizzanti artificiali e degli antiparassitari chimici, della lotta integrata, compostaggio, associazione, rotazione, dissuasori fotovoltaici per tener lontani i cinghiali, grandi cisterne per l’acqua piovana”.
Risparmiare risorse non è dunque un sacrificio, è il nuovo edonismo, è il nuovo umanesimo.” È lo spreco che comporta, a lungo termine, infelicità, sacrifici e lutti”.
Infatti, sembra proprio che si dimentichi che la crisi economica e ambientale è stata determinata da uno sviluppo e crescita economica distorti, basati cioè su produzione e consumi di risorse del pianeta come se queste fossero inesauribili. Questa non è l’Italia che vogliamo, ovvero quella che cerca di raschiare il fondo del barile per uscire dalla crisi, inventando iniziative sempre più sensazionali per attirare visitatori-consumatori.
Nel Cilento ad esempio, dove la crisi è evidente, comuni e associazioni si adoperano a richiamare visitatori organizzando grandi manifestazioni, di due o tre giorni, sportive e culturali, artistiche o addirittura ambientali, con le quali “godono” ristoranti, bar, alberghi, poi rimane tutto come prima; qualcuno
afferma: solo i rifiuti.
Ci sono associazioni che organizzano manifestazioni di cittadini in bicicletta spacciandole per iniziative di green economy. Oppure comuni che organizzano feste all’aria aperta in cui si afferma di rispettare l’ambiente e dimenticano i rifiuti pericolosi in luoghi protetti come sotto le rupi costiere e sugli argini dei fiumi, abbandonati da moltissimo tempo, sebbene segnalati e denunciati.
Non è questa l’Italia che vogliamo. Quella cioè tanto sbandierata dai nostri politici che credono, anzi pretendono, di uscire dalla crisi economica, civile, ambientale aumentando i consumi di risorse che non sono inesauribili.







