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La fascia dunale e la sua flora caratteristica sta sparendo

📅 martedì 14 ottobre 2014 · 📰 AmbienteCilento

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foto autoredi Paolo Abbate | Blog

A giugno l’associazione ecologista Fare Verde Cilento presentò un esposto a tutte le istituzioni competenti su la compromissione che si stava compiendo sulla fascia dunale delle Saline di Palinuro, ricordando tra l’altro che la spiaggia è da due anni un luogo di nidificazione della Caretta caretta” e che la duna ha un grande valore ecologico in quanto, come è noto, protegge dall’erosione marina le nostre coste. Erosione che è divenuta un problema grave ormai da tempo per costruzione di porti turistici, barriere soffolte, pennelli lungo la costa salernitana.



Nell’esposto si faceva inoltre presente che:

1. L’area in oggetto rientra nel SIC e ZPS IT8050008 del Parco Nazionale;
2. La duna con la sua vegetazione psammofila tra cui il pancratium maritmun è d’importanza comunitaria: Direttiva Habitat 92/ 43/Cee relativa alla conservazione degli habitat naturali, nonché della fauna e flora selvatiche;
3. La Direttiva è recepita dal DPR 8 settembre 1997 n. 357. Nell’articolo 5 del Dpr si prevede che qualsiasi progetto è sottoposto alla Valutazione di incidenza che deve tener conto della valenza naturalistico-ambientale;
4. la Convenzione di Barcellona del 1976, modificata nel 1995, prevede tra l’altro “la protezione e preservazione della diversità biologica” quale valore di eco-servizio irrinunciabile.

Ebbene, i lidi furono costruiti senza tener conto alcuno dell’esposto della associazione e di alcuni cittadini di Palinuro che lamentavano il passaggio delle ruspe sulla spiaggia. Così una teoria di stabilimenti balneari sorse sulla fascia dunale e sulla sua vegetazione psammofila che stava germogliando. Il paradosso, se così si può definire, fu la difesa dei gestori che giustificarono la compromissione adducendo che il giglio è una pianta bulbacea, con bulbo profondo quindi, che non subisce danni se si tagliano le foglie superficiali. Peccato però che la pianta fiorisce e si riproduce tra luglio e agosto, proprio nei mesi che la pianta viene coperta dai lidi.
Adesso che, fine ottobre, si smontano i lidi balneari sulla duna delle Saline siamo ritornati sulla spiaggia, constatando purtroppo i danni alla fascia dunale con la ricca vegetazione a Pancratium maritimum, meglio conosciuto come giglio di mare, fiore bianco e profumato delle spiagge.



Il fiore della duna è stato danneggiato gravemente e non ha avuto la possibilità di fiorire e riprodursi.
I semi che il fiore produce normalmente non sono nati e caduti quindi sulla sabbia, riproducendo il ciclo naturale. Così la pianta caratteristica della sabbia, dal fiore bianco e profumato, si estinguerà come purtroppo sta avvenendo lungo le spiagge del Cilento.



Così per l’incuria e l’egoismo della specie umana un altro tassello della biodiversità naturale, che il Parco nazionale più blasonato d’Italia dovrebbe per legge tutelare, sta progressivamente sparendo sotto gli occhi delle autorità preposte alla sua protezione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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