ROMA, NAPOLI DUE PROTESTE POPOLARI CON OBIETTIVI DIVERSI
di Paolo Abbate | BlogA Roma tante bandiere rosse della GGIL e della FIOM affiancate da quelle dei partiti di sinistra; a Napoli niente bandiere per scoraggiare i partiti di destra e di sinistra a “mettere il cappello” sul problema dei rifiuti in Campania. Quella che fu la Campania felix , bruciata da roghi di rifiuti, rappresenta il suicidio “più drammatico avvenuto nei paesi mediterranei, ovvero l'eliminazione di una grossa parte delle primizie dell'agricoltura a favore dell'economia illegale dei rifiuti”.
Niente bandiere dei partiti perché fermare la Terra dei Fuochi è responsabilità di tutti. Quei rifiuti, urbani e speciali, bruciati nell'area del casertano e nella zona settentrionale della provincia di Napoli sono la principale fonte di inquinamento della zona, tra le aree più compromesse d'Italia sotto il profilo ambientale.

Niente simboli di partiti dunque perché l’ecologia è un fine da perseguire senza bugie e non un mezzo della politica per inseguire i propri interessi. Infatti “il 98% del terreno della “Campania felix” era destinato alle coltivazioni e non era considerato a rischio inquinamento”: una bugia dunque a cui si prestarono ministri e governatori, un'operazione che doveva servire per evitare la completa rovina dell'economia campana basata sui prodotti agricoli.
E questa bugia è costata morti per cancro e inquinamento incontrollato del territorio. Un reato ambientale che dovrebbe interessare la così detta politica che professa nei propri proclami e programmi la tutela dell’ambiente, ma poi nei fatti persegue tutt’altro: e cioè la crescita economica, il rilancio dei consumi per uscire dalla crisi. L’ambiente è pertanto la risorsa da sfruttare come se fosse inesauribile.
A Roma c’erano un milione di persone a manifestare contro la politica del governo che non si interessa dell’occupazione, dei problemi dei precari e dei disoccupati.

A Napoli, in piazza Dante, vi erano molti meno cittadini ma decisi a protestare contro un’ economia tradizionale (quella che si insegna per capirci nell’università) basata su produzione, consumi e rifiuti non riciclabili. Cittadini decisi a chiedere un’ economia verde, la green economy, tanto sbandierata ma mai realizzata, sebbene produca occupazione e tutela dell’ambiente.
La Terra dei fuochi è l’esempio più lampante di consumo di suolo e inquinamento degli ecosistemi naturali. Dovrebbe rappresentare per tutti la denuncia di una crisi economica e di un disastro ambientale che altro non sono che le due facce di una stessa medaglia.
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