QUANTI ABUSI IMPUNITI!
di Paolo Abbate | BlogMa come è possibile sfregiare il paesaggio e il patrimonio culturale dell’Italia senza che si intervenga?
Guardate cosa hanno fatto al castello seicentesco di Altomonte in Calabria. Sembra una metastasi cresciuta alla base di questo palazzo, famosa attrazione turistica, per realizzare un posteggio auto, tra l’altro abusivo.
Malgrado la sentenza della Cassazione n.451 del 14.2.2013 che ha fatto passare in giudicato la condanna dei coniugi Paolo Bruno e Maria Piragine alla pena detentiva di mesi 11 di carcere, subordinata alla demolizione del manufatto illegittimo d abusivo, il presunto posteggio è ancora là. I condannati sono addirittura ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per salvare il loro “capolavoro”: inutilmente però.
Ogni termine posto all’esecuzione del giudicato, ovvero all’abbattimento del manufatto abusivo, è abbondantemente decorso senza che l'Amministrazione Comunale di Altomonte, precedente ed attuale, abbia posto in essere, ad oggi, alcuna azione concreta atta alla esecuzione della demolizione coatta.

Fare Verde e Italia Nostra hanno chiesto pertanto, senza ulteriori rinvii, alle Autorità competenti “di far brillare anche in Calabria la stella della Giustizia, ridando fiducia nelle Istituzioni ai cittadini”.
Ma Il castello di Altomonte non è purtroppo un caso isolato. Se ci spostiamo nel Cilento e nel suo Parco nazionale, troviamo casi numerosi di sfregi al paesaggio e al patrimonio culturale e naturale molto gravi. Per intralci burocratici, dimenticanze, resistenze varie il territorio cilentano è punteggiato da ecomostri. Alcuni sequestrati e dissequestrati, anzi ulteriormente finanziati, come il così detto “Centro di studio della fauna selvatica” sulla rupe del Mingardo (Centola), altri rimasti incompiuti e inutilizzati da tempo indeterminato come l’ostello arancione a cinque piani nella valle del Mingardo (Celle di Bulgheria). Oppure l’ex cementificio a Sapri - dal 1950 rimasto affacciato sulla baia e di cui non si sa precise notizie su che fine farà - , gli scheletri di cemento armato sotto il paese di Centola, vero oltraggio alla natura, il palazzo sul lungomare di Capitello .


Ma ci sono anche strutture realizzate ad esempio su una piccola baia (Porto del Fico) che doveva servire come scuola di vela, poi sequestrata e là rimasta; oppure un parcheggio sotto il paese medioevale di Vibonati, che rappresenta un vero pugno nell’occhio al paesaggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA







