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ACQUEDOTTO CILENTANO E POLEMICA AMIANTO

📅 giovedì 27 novembre 2014 · 📰 AmbienteCilento

27112014 acquedotto che fa acqua
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foto autoredi Paolo Abbate | Blog

Siamo sotto elezioni e puntuali politici interessati escono con dichiarazioni finalizzate al bene della popolazione. Questa volta è la salute che interessa molto i nostri politici regionali.

La condotta idrica cilentana è ancora in parte realizzata in cemento amianto, ed è tutta colpa del Consac, gestore del servizio idrico, che non corre ai ripari – tuona il nostro politico – se le fibre d’amianto ingerite dalla popolazione cilentana ignara provocano gravi danni alla salute. Allarmismo ingiustificato, risponde il Consac, perché l’ingestione di fibre d’amianto non crea pericolo per la salute. Lo afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Solo se respirate le fibre, depositatesi nei polmoni, creano il famigerato mesotelioma.

Il Consac tra l’altro gestisce solo gli impianti idrici che sono proprietà di comuni e regione. La regione campania e “in particolar modo il consigliere regionale, avendone particolare titoli, dovrebbero interessarsi dei progetti di investimenti e di miglioramento presentati dal Consac e che sono fermi presso gli uffici della regione”. Tra l’altro la condotta idrica cilentana fa acqua da tutte le parti, si potrebbe proprio dire, rotta com’è in vari punti provocando una dispersione del prezioso liquido di circa il 40%.


Il pericolo per la salute umana e dell’ambiente non viene dunque dal rubinetto, ma semmai dalle bottiglie di plastica dell’acqua minerale il cui consumo in Italia è di 192 litri di acqua minerale procapite: viene così confermato il record in Europa del Belpaese come paese con il più alto consumo di acqua in bottiglia. Un volume di affari di 2,3 miliardi di euro, rimasto invariato rispetto all'anno precedente, ma in continua ascesa negli ultimi trent'anni.

Ma la plastica delle bottiglie deriva dal petrolio e contiene il bisfenolo A (BPA) sostanza altamente pericolosa non presente in natura che tende ad accumularsi nell’organismo.

Un'altra tossina chiamata antimonio, che causa malessere e depressione, viene utilizzata nella produzione di bottiglie in polietilene tereftalato (PET) ed è assorbita nell'acqua delle bottiglie di plastica. Inoltre, più a lungo l'acqua rimane nella bottiglie, più elevati sono i livelli di antimonio. In una bottiglia d'acqua media, i livelli della sostanza chimica possono quasi raddoppiare dopo tre mesi, il che è particolarmente allarmante considerando che la conservabilità dell'acqua in bottiglia è di massimo due anni.

“Ci si aspetterebbe maggiore prudenza, da chi riveste responsabilità pubbliche, perché suscitare allarmi ingiustificati nella popolazione serve solo a fare il gioco delle industrie che distribuiscono acqua in bottiglia”, conclude nel suo comunicato il Consac.

Secondo noi, bene farebbero i comuni del golfo di Policastro, ai quali è stata spedita una lettera da associazioni ecologiste, istituire le Case dell’acqua, o prevedere altre iniziative, nel loro territorio per eliminare le bottiglie di plastica il cui pericolo per la salute umana e dell’ambiente è ormai scientificamente dimostrato.

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