ITALIA - CRESCE LA RADICALIZZAZIONE DEL CONFLITTO
DI VIOLENZE, DI RABBIA E DI INSODDISFAZIONE DIFFUSA
di Giuseppe Lembo | BlogIl malessere italiano è sempre più diffuso; esprime le reali condizioni di sofferenza della gente che soffre in silenzio; che non riesce più a campare; che si sente accerchiata da un vuoto di futuro, soprattutto per le nuove generazioni, sempre più abbandonate a se stesse, che ormai vivono la loro triste condizione di senza speranza.
Il disagio italiano è da profondo rosso; siamo ad un clima crescente di radicalizzazione di un conflitto che trova la sua ragion d’essere in un forte e sempre più diffuso malessere.
Ormai la protesta sociale, non è il frutto della sola crisi economica.
Oltre al lavoro che non c’è, si assommano le tante altre cause di una lontana crisi che ha la sue prima ragion d’essere proprio nelle carenze della politica, sempre meno protagonista, sempre meno capace di risolvere i problemi della gente, a cui una crisi diffusa va togliendo tutto; ma proprio tutto, non ultima, la speranza.
Le piazze italiane rappresentano le arene di uno scontro crescente, dove si fronteggia non solo il malcontento, ma sempre più la disperazione ed una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
C’è, purtroppo, un insipiente ed irresponsabile fare italiano da veri e propri diritti negati per i giovani, dal futuro ormai e sempre più cancellato; è a tal punto cancellato da averli privati anche dalla speranza nonostante i ripetuti e disperati appelli di Papa Francesco, la prima autorità morale presente nella vita italiana al fine di non cancellare la speranza.
La crisi italiana è veramente profonda; la gente sta male; sta sempre più male di giorno in giorno e non vede possibili vie d’uscita.
Ne consegue, con grave danno per tutti, una forte radicalizzazione del conflitto con le piazze italiane, da tempo non solo e più agorà del confronto e di uno stare insieme cordialmente amico, essendo state trasformate in modo sempre più frequente in violenti luoghi di scontro; in luoghi di violente proteste, il frutto di un profondo ed insanabile malessere sociale italiano.
Il Paese spinge al cambiamento, ma chi dovrebbe promuoverlo per toglierci dal culo del sacco, non riesce a farlo, per cui si precipita rovinosamente sempre più in basso.
C’è, per tutto questo, di fronte agli inguaribili mali d’Italia, da fermarsi e riflettere! C’è da responsabile “insieme italiano”, da parte di tutti, dare una mano per risalire la china, per evitare che lo scontro conseguente all’attuale grave malessere sociale, si trasformi in uno scontro che possa poi compromettere in senso più generale la pace italiana, assolutamente necessaria per evitare il buio storico di un terribile passato che ha abbondantemente conosciuto il nostro Paese, oggi in crisi, prima di tutto, per colpa della politica che non ha fatto ed ancora continua a non fare il proprio dovere; tanto, insieme agli apparati che hanno fatto il loro gioco di casta per i propri privilegi, l’unico obiettivo italiano da difendere da tutto e da tutti.
Le conseguenze di tutto ciò sono veramente gravi; siamo ormai nelle condizioni tristi di un Paese allo sbando, con una crescente radicalizzazione di un conflitto sociale in cui a perdere sono tutti gli italiani; sono, soprattutto, i tanti italiani onesti, da sempre traditi ed oggi più che mai abbandonati a se stessi.
La gente, per altro in condizione di grave disagio socio-economico ad un punto tale che non ce la fa più a campare, a viva voce, fortemente impaurita, chiede di cambiare; chiede e con urgenza di cambiare, perché sono tanti e sempre più quelli che sono in grave difficoltà per la sopravvivenza; che non ce la fanno più a campare.
Volgendo lo sguardo sul triste mondo italiano si ha subito la percezione delle sofferenze umane, sociali ed economiche che si sono maledettamente impossessate del nostro Paese, ormai dal destino segnato.
Tanto lo dico a malincuore e non da gufo che, compiacendosi, gode a parlare mal del suo Paese.
Non è così; non sono io e tanto meno i tanti comunicatori autentici che parlano a ragione delle tante sofferenze italiane, i responsabili dello sfascio italiano.
Sono altri ed in altri luoghi del potere italiano che con il loro fare da “traditori” del saggio e responsabile fare pubblico in difesa della gente, hanno troppo spesso deviato il corso e da indifferenti non hanno assolutamente fatto il proprio dovere.
Tanti sono gli italiani in difficoltà; per tanti, è sempre più difficile la sopravvivenza.
C’è un grande vuoto nella vita degli italiani che, frastornati per tutto quello che succede e per tutto quello che sono costretti a “soffrire” individualmente e nel loro insieme sociale, proprio non sanno a quale santo affidarsi.
C’è nell’aria italiana una situazione gravida di disperata tensione; c’è un clima di diffuso egoismo individualista del “si salvi chi può”.
Purtroppo tante sono le sofferenze italiane; tra l’altro, gli italiani vivono su di un territorio ballerino e fortemente degradato con un suolo che è sempre meno sicuro; basta un po’ di pioggia che frane, smottamenti, inondazioni, travolgono tutto e sempre più spesso, anche vite umane, a cui questi maldestri governanti che sgovernano indifferenti all’Italia del malessere, non sanno garantire niente, mettendo maledettamente in atto una politica del niente che ha per solo risultato una grave crisi del lavoro, un suolo sempre meno sicuro, una sanità che non garantisce il diritto alla salute, una scuola che non forma e non fa crescere culturalmente chi la frequenta, ormai un predestinato, ridotto, fin dall’infanzia, a cittadino di serie B; a cittadino senz’anima, plagiato ed assorbito dal solo comunicare virtuale del web, con amici prevalenti quelli del web; gli invisibili del web.
Sono questi i cittadini presenti e futuri di questa nostra Italia sempre più stretta nella morsa mortale di un insieme umano che non sa più confrontarsi; che non sa più dialogare; che non sa più produrre idee; con un vuoto assordante per il futuro che, così facendo, sarà sempre più carico di problemi, con la gente che sbatterà la testa senza trovare le soluzioni utili ed assolutamente necessarie per fare società, dando il giusto corso, nonché il giusto peso alla vita dell’uomo su questa nostra maltratta Terra, sempre più ammalata di uomo.
La crisi italiana è una crisi profonda. Purtroppo, come diceva Antonio Polito nell’editoriale di sabato 22 novembre 2014 del Corriere della Sera, analizzando la crisi, si danno sempre più spesso spiegazioni sbagliate, spiegazioni spesso consolatorie che non sono il frutto di un’analisi corretta per cui non contengono le giuste proposte per darne le necessarie soluzioni; tanto, per salvare l’Italia, cambiandola, dando così un nuovo cammino al Paese, rendendo concrete, come si conviene ad un Paese civile, le speranze di un lavoro sicuro, le speranze dei diritti fondamentali dell’uomo per tutti, le speranze di certezze per i giovani oggi inopportunamente abbandonati a se stessi.
Le sofferenze italiane sono tante; sono, tra l’altro, radicate in un profondo malessere socio-economico e culturale.
A ben considerare i mali d’Italia, oltre al rovinoso ruolo carico di negatività dell’élite di un potere vecchio ed incapace, sono da ricercare anche in quel popolo silenzioso che, molto spesso furbescamente, è stato protagonista di negatività nei propri comportamenti umani, favorendo, l’evasione fiscale ed altri innominabili illeciti, nonché l’uso abusato di risorse drenate verso il privato al solo fine di affari personali, utilizzando le risorse pubbliche.
Siamo in una condizione veramente drammatica; tanto, per responsabilità diffusa anche di quegli italiani silenziosi e non che devono necessariamente cambiare il loro modo di essere per cambiare concretamente l’Italia.
Tanto, assumendosi le proprie responsabilità ed evitando di essere protagonisti scomodi di comportamenti sbagliati, in quanto dannosi per il bene comune e sempre più spesso assunti con una naturalezza diffusa del “così è”, del “così deve andare”, ad un punto tale da essere il libero convincimento che si traduce in un “tutti responsabili; nessun responsabile”.
Con questo clima e con questi comportamenti irresponsabili dell’Italia e degli italiani, è oggi assolutamente difficile ottenere la garanzia che i diritti di ciascun italiano vengano concretamente rispettati; tutto questo, mentre lo Stato è sempre più debole e assente.
La debolezza dello Stato italiano è una componente che non dispiace assolutamente agli italiani, furbescamente in prima linea per i propri egoistici interessi, cercando, tra l’altro, provvidenze ed interventi ad personam da uno Stato sociale, dalle finanze fortemente dissestate.
La confusione italiana, è diventata ormai una condizione patologica del nostro Paese; come tale non conosce limiti, trovando facile accesso in tutte le più diverse situazioni italiane.
Mentre al Nord si abbassano le saracinesche che hanno fatto ricca l’Italia, al Sud si cerca di eliminare dalla scena meridionale la sussidiarietà diffusa; tanto, chiudendo i rubinetti della spesa assistenziale e creando situazioni crescenti di povertà estrema che richiamano i tempi bui di un passato dai più considerato lontano ed ormai superato.
Così facendo in questa Italia confusa non si fa altro che far crescere la radicalizzazione del conflitto.
Al Sud anche in queste condizioni non mancano le furbate meridionali.
Vengono soprattutto da Napoli, dove, convinti che la Repubblica Italiana è ormai morta, gridano, per la presenza a Napoli di Carlo di Borbone “viva ‘o rre”, pensando ai Borboni, come soluzione possibile dei mali di Napoli, città aperta, pronta ad accogliere chiunque, purché offra una soluzione al campare della gente, ispirato da sempre ad un’arte antica che è quella oggi non più e solo napoletana dell’arrangiarsi per vivere la propria vita sulla Terra, sempre più maltrattata dagli uomini.
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