“NON HO NULLA DI MANGIARE E DI VIVERE”
di Paolo Abbate | BlogPerò questo signore d’oltralpe che sverna nel sud Italia, al clima mite di una cittadina balneare, qualcosa per cui vivere ce l’ha: oltre un fornellino, una caffettiera, uno zaino con pochi effetti personali possiede un bel smartphone sul quale passare il suo tempo, tanto tempo disponibile.
Non si cura certamente che i cellulari, che tocchiamo circa 150 volte al giorno, sono più sporchi dell'asse del wc e costanti dispensatori di microbi. “Studi scientifici hanno dimostrato che vi dimora l'80% dei più comuni batteri umani”, parola di “Focus” del 12 dicembre. Sinceramente, detto tra parentesi, non so se la rivista riporti argomenti scientificamente dimostrati, ma la notizia mi ha disorientato, perché conosco persone con tre cellulari che si schifano a carezzare un cane.
Insomma anche sul cellulare del signore, che qualcosa certamente costa maneggiarlo, è presente un batterio molto aggressivo, lo pseudomonas aeruginosa. Questo batterio patogeno “ha bisogno di pochissime risorse nutritive e spopola, così, sulle superfici più disparate, da quelle dei dispositivi ospedalieri ai lavandini, agli smartphone, appunto”.
Lo Pseudomonas - ci informa ancora Focus - è anche tra i batteri più resistenti agli antibiotici tanto che sarebbe necessario limitare l'uso dei cellulari non solo in ospedale, ma soprattutto tra i suoi numerosissimi e incalliti consumatori, giovani e vecchi.
Il signore che ha scelto però di dormire nelle stazioni ferroviarie, che vive di elemosina, che mangia quello che riesce a trovare, è senza dubbio vaccinato contro tutti i batteri patogeni, compreso lo pseudomonas aeruginosa.
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