Italiani sempre più appassionati di prodotti biologici
di Roberta Graziano | BlogIn Italia si fa sempre più attenzione a ciò che si mangia, cercando di evitare il più possibile il superfluo, riprendendo a coltivare gli orti, a preparare in casa pizze, pane, marmellate e conserve.
Questo è dovuto al fatto che quando si fa la spesa, si fa sempre più attenzione all’etichetta, oltre che al prezzo, avvantaggiando sempre più prodotti italiani.
Il ritorno alla coltivazione di orti è dovuto, oltre alla passione e alla possibilità di passare del tempo a contatto con la natura, anche al fatto che le persone vogliono sempre più prodotti genuini da portare in tavola. A tutto ciò c’è da aggiungere l’importante fattore educativo che la coltivazione della terra può dare ai più piccoli e il rispetto per la natura.
Chi non può, invece, avere la possibilità di coltivare un orto, adotta la filosofia del “chilometro zero”, cioè preferisce comprare frutta, verdura, uova e altri prodotti direttamente dal produttore (dalla terra alla tavola).
Il dato che più incoraggia è che questa scelta di consumare prodotti sani e privi di pesticidi o qualsiasi altro prodotto chimico appassiona soprattutto le giovani coppie (tra i 30 e i 40 anni) e in particolare quelle con figli piccoli.
La passione per l’orto sta diventando così diffusa che anche in Italia iniziano a diventare sempre più comuni gli orti urbani, che dal 2011 ad oggi si sono addirittura triplicati.
Gli orti urbani sono assegnati in comodato ai cittadini che ne fanno richiesta e servono alla produzione di prodotti destinati al consumo familiare. Danno la possibilità di aiutare famiglie in difficoltà e, inoltre, contribuiscono a preservare aree verdi di città e paesi.
Purtroppo questa nuova tendenza non si è ancora diffusa uniformemente in tutta Italia. Da analisi è emerso che l’81% degli orti urbani si trova al nord, meno di due città su tre hanno un orto urbano nel Centro Italia, mentre solo cinque sono presenti nel Sud Italia.
Tra gli appassionati ci sono persone giovani e anziani, appassionati ed esperti, che coltivano strisce di terre lungo ferrovie, campi di calcio, parchi, ecc., tutte aree che i comuni mettono a disposizione dei cittadini in cambio di affitti irrisori. Vi è, infatti, un preciso regolamento che ne disciplina le modalità di richiesta, assegnazione e conduzione.
Per chi non può avere un orto urbano, perché la propria amministrazione non ne ha previsto ancora la possibilità, si può sempre accontentare del proprio balcone o terrazzo.
Dott.ssa Roberta Graziano
Biologa nutrizionista
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