Tra un succo di mela, di pompelmo, di ananas in busta Tetra pak i miei nipotini vanno invece matti per il succo di arancia rossa. E la madre, naturalmente, glielo dà volentieri, a colazione e a merenda. Il succo d’arancia, per giunta rossa: fa crescere sani e belli con tutte le vitamine che contiene.
Siccome tengo ai miei nipotini, sono andato a leggere quello che è scritto sulla busta in Tetra pak con succo d’arancia rossa, della prescelta nota marca di succhi di frutta, Su un lato della busta è scritto ben in vista che “sono arance italiane, provenienti da zone del Sud Italia dove le particolari caratteristiche climatiche e del terreno generano il tipico colore e sapore”.
Ottimo, direi! Ma continuando, su altro lato si legge che è una bevanda “a base di succo di arancia rossa”. Difatti di succo ne contiene solo il 20%. E il resto 80% che cosa è? Acqua, zucchero, acido citrico, coloranti come cocciniglia e betacarotene. Poi addensanti come la pectina, aromi ed antiossidanti come l’acido ascorbico.
Valori nutrizionali? Per 100 ml 0,18 g di proteine, 10,5 g di carboidrati e 0,1g di grassi.
Oddio! niente di velenoso: ma la bevanda viene reclamizzata su un altro lato per “avere il meglio della frutta, il meglio del gusto”.
Ho decisamente raccomandato, a questo punto, ai nipotini di pretendere dalla madre sprovveduta una spremuta di tarocchi siciliani , sperando sempre che siano biologici, cioè non trattati con pesticidi.
Tuttavia la bevanda si può considerare ecologica, perché la busta che la contiene è “rinnovabile”.
Proprio così è scritto. Infatti le risorse da cui si ricava “provengono da foreste gestite in modo responsabile assicurandoci che gli alberi continuino ad essere ripiantati”.
Tetra Pak, per essere più convincenti e precisi , è una multinazionale svedese che “produce sistemi integrati per confezionamento alimenti”. Per una migliore conservazione quindi la busta è costituita da vari fogli sottili di materiali diversi che sono la carta, il polietilene e l' alluminio. Questo permette di evitare l'uso di conservanti nei cibi.
Quindi ho chiesto alla madre sprovveduta dei nipotini: il Tetra Pak dove lo butti? Nel secco indifferenziato? Nella carta? Nella Plastica? E’ rimasta con il dubbio, povera donna.