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IMMIGRAZIONE: U.E. COLPIRE GLI SCAFISTI, SCHIAVISTI DEGLI ESSERI UMANI

Il passato che non passa. Occorre non una memoria condivisa, non una memoria comune, ma costruire insieme, l’obiettivo della storia condivisa. Un obiettivo sempre più necessario che, purtroppo, l’Italia ed il mondo ancora non ha.

09052015 immigrazione ue
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sabato 9 maggio 2015
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CilentoNotizie su GNews

Il mondo africano non si aiuta fuori dall’Africa; è, assolutamente urgente e necessario aiutarlo nelle loro terre di origine, creando solidariamente le condizioni per cambiare il loro mondo fatto di abbandono, di povertà, di arretratezza, di infame disumanità, di degrado e di tanta, tanta indifferenza umana e sociale da parte dei tanti che possono, ma che si voltano dall’altra parte, dimostrando disumana indifferenza per chi muore di fame, di sete, di mali endemici e di abbandono dell’indifferenza da parte del mondo che può, facendo così tanto male; tanto, tanto male, per poi farsi male anche per se stesso.

L’Africa del Terzo Millennio è un problema del mondo; è un problema di tutti noi.

Per questo, con intelligenza, mettendo da parte gli egoismi del tutto per sé, bisogna pensare all’Africa; agire a favore dell’Africa, facendola ed al più presto, uscire dalle sue condizioni di povertà, di abbandono e di disumana solitudine.

L’Africa non è e tanto meno può essere pensata come la pattumiera del mondo, da dove i disperati della Terra, abbandonati a se stessi, cercano di allontanarsi per cercare altrove, un mondo umanamente possibile e più giusto; tanto, per non morire di Africa.

Tanto, per non morire di guerre dimenticate, di povertà estrema e … di indifferenza umana, un grande crimine che in ogni momento della vita, viene consumato da parte del mondo che si muove nei confronti dell’Africa e del mondo delle povertà, solo con un fare passivamente caritatevole che non basta; che è assolutamente debole e senza risultati per affrontare e quindi risolverne i problemi per i quali occorre un pensare e soprattutto un fare coraggiosamente nuovo; un pensare ed un fare, prima di tutto, umanamente nuovo.

I barconi non sono la soluzione giusta per salvare il mondo della sofferenza africana.

I barconi, disumanamente gestiti da scafisti senza scrupoli, sono sempre più spesso, dannati strumenti di morte.

Sono strumenti disumani con carichi della speranza, di uomini della Terra, animati dalla disperata attesa di un mondo nuovo.

Spesso, tutto questo non succede, perché le strade del mare che solcano i barconi, diventano solo strade d’acqua di morte; di morte violenta di immigrati disposti a tutto, pur di uscire dal loro mondo di miseria, di abbandoni, di degrado e di tanta, tanta indifferenza umana da parte del mondo di chi sta bene e preferisce assumere atteggiamenti di indifferenza verso chi ha bisogno di aiuto e di tanta, tanta umana solidarietà.

Non c’è da avere paura, come ci ha lasciato in eredità nel suo testamento spirituale Papa Giovanni XXIII, di aprirsi agli altri del mondo; di aprirsi al confronto con gli altri; di accettare la condivisione degli altri e con gli altri; di condividere il valore della diversità umana e delle culture, una ricchezza d’insieme, per stare sicuramente meglio tutti insieme.

L’insieme dell’umanità è una ricchezza per tutti; purtroppo, non riesce ad essere un valore condiviso; non tutti ne capiscono l’importanza e l’utilità umana per vivere serenamente meglio tutti insieme, evitando quella disumana violenza delle barbare guerre, causa di distruzione e di morte; assolutamente alternativo al “negativo” del mondo, è il mondo della PACE, sempre più necessaria per cambiare a favore dell’uomo della TERRA, cambiando le condizioni umane sempre più inquinate da un mondo di innaturale violenza, causa di distruzione e di morte per tanti innocenti della Terra che sono sempre più costretti a soffrire ed a morire per colpa di chi ha dimenticato il cammino della saggezza, una virtù dei giusti della Terra, per votarsi al solo mondo disumano dei violenti che agiscono sempre più e solo contro l’UOMO del mondo per imporsi ed imporre le loro volontà di “barbari” della TERRA.

Il mondo ha deviato e non poco il suo naturale cammino di umanità condivisa; di umanità allargata al diritto alla vita di tutti gli uomini della Terra, senza esclusione, per i continenti di appartenenza, per il colore della pelle, per la religione praticata e/o per la disumana condizione di “ultimi della Terra”, sempre più dimenticati dal mondo.

Chi può decidere che la Terra deve essere divisa in blocchi, con i “privilegiati” da una parte e gli “ultimi” dall’altra? Questa distinzione umana del mondo del privilegio fortemente separato dal mondo della sofferenza per mano degli uomini contro altri uomini, è una barbara, disumana ed arrogante prepotenza da parte di chi agisce impunemente contro chi non ha e che per solo “delirio umano”, nell’indifferenza è costretto a morire, tra l’altro, anche per mancanza del cibo e dell’acqua, beni primari, un diritto più necessari alla vita dell’uomo sulla Terra.

Bisogna, per avvicinare al massimo la storia dell’uomo della Terra, ad un punto tale da renderla il più possibile condivisa, ridurre concretamente e nei fatti le distanze umane; bisogna che, anche agli “ultimi” della Terra venga data quella dignità, di sempre inopportunamente negata agli UOMINI.

È necessario fare questo; se non si fa questo, il blocco del mondo in “privilegiati” ed in “esclusi”, sarà un blocco sempre più massicciamente monolitico e con i suoi fondanti massimalisti e fanatici, metterà sempre più in forse, il futuro del mondo; il futuro dell’uomo della Terra che, oggi come non mai, è vittima di paure e di abbrutimenti ad un punto tale che, per sfuggire ai “disumani” di un mondo infame, rischia anche il pericolo dei barconi insicuri, vittime di schiavisti moderni senza scrupoli che non hanno nessun rispetto per la vita umana. Sempre più spesso nel nostro mare nostrum, un tempo mare di civiltà, di confronto e di storia condivisa, tanti uomini della Terra, muoiono annegati, nell’indifferenza del mondo che sa solo promettere, sempre più spesso, un ipocrita, “mai più”; un “mai più” d’occasione, purtroppo ripetutamente di sempre più crescente attualità, tanto da diventare un fatto umanamente tragico, di tristi morti, inghiottiti dalle acque sempre meno amiche, che diventano la tomba per tanti.

Bisogna, assolutamente, sapersi riconsiderare; bisogna riconsiderare il mondo, considerandolo con dignità e rispetto per gli altri, una nobile parte di sé, con un insieme umano dal diritto di poterlo vivere tutti, nessuno escluso.

Non è pensabile che l’uomo del Terzo Millennio ancora possa esercitare azioni schiavistiche contro l’uomo, coinvolgendolo in situazioni tragiche, come quelle dei barconi, dove scafisti senza scrupoli mettono a rischio la vita di gente disperata, disposta a tutto, pur di cambiare la propria condizione umana, purtroppo, fatta di sola “vita negata”.

Siamo ad una apocalisse umana senza precedenti; una catastrofe non di questo e/o di quello, ma di tutta l’umanità che, con il proprio silenzio complice, si rende responsabile di crimini che gridano vendetta e di cui nel chiuso delle proprie coscienze bisogna saper gridare con forza il proprio ostinato rifiuto; il proprio “mai più”.

Non è possibile cambiare in peggio il corso della storia, rendendo l’uomo vittima di altri uomini; dobbiamo evitare che tanto accada.

Il Terzo Millennio deve imporsi agli uomini della Terra come un tempo di pace e di grande umanità per tutti.

Per questo, il mondo dei giusti della Terra deve fare una barriera vincente contro le barbarie, le violenze disumane, lo schiavismo e contro tutti quelli che fanno della violenza la loro bugiarda bandiera, macchiata sempre più del sangue di tante vite innocenti sacrificate sugli altari degli egoismi umani che, per fanatismo egoistico di parte, barbaramente rifiutano la PACE del mondo, così come nella saggia volontà dei tanti giusti della TERRA. (foto dal web eunews.it)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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